La danza e il mondo di Matisse in mostra a Filadelfia, Parigi, Nizza

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FILADELFIA – Con Matisse in the 1930s, il Philadelphia Museum of Art (https://philamuseum.org/) presenta, fino al 29 gennaio 2023, la prima mostra in assoluto dedicata agli anni Trenta, decennio cruciale nell’evoluzione dell’arte di Henri-Émile-Benoît Matisse (1869 –1954). 

Sono presentate più di 100 opere, dipinti e sculture raramente visti, disegni, stampe, libri illustrati, fotografie e film documentari: è l’ellisse di una tappa fondante nel percorso temporale di un autore che ha esaltato come nessun’altro, nel secolo scorso, l’Arte di Tersicore.

Pittore, incisore, illustratore e scultore, un gigante tra i grandi che hanno scritto la storia dell’Arte nel ‘900, e l’hanno illuminata di nuova sensibilità, Matisse, attraverso la danza, e con il suo personale tripudio rivolto alla femminilità, scandaglia l’architettura e il terreno su cui si fondano l’esistenza, ne lascia affiorare energie primigenie, fluire gli impulsi ancestrali legati all’eros, con immagini che fondono corpo e spirito. È un lavoro vertiginoso e rapinoso, per bellezza e seduzione, dagli effetti poetici e onirici che possono solo innalzare lo spettatore verso illuminazioni prima impensate.

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L’artista rivelò per la prima volta l’interesse per la danza nel 1906, con il dipinto Le Bonheur de Vivre, sul cui sfondo si trovano, in posizioni simili, personaggi poi amplificati ne La Danse (due le versioni: 1909 e ’10), dove sono i colori a dare il ritmo all’azione.

Proprio la danza esplorata da Matisse, per lui sinonimo di gioia, sensualità e passione in un flusso ininterrotto, e per questo Arte eletta tra le sue principali fonte di ispirazione, è il cuore pulsante di una serie di iniziative condivise fra U.S.A e Francia. Alla Barnes Foundation di Filadelfia, una costellazione di programmi, dallo scorso 24 ottobre sino 18 settembre 2023, celebra Matisse, Dr. Barnes, and The Dance.

Bozzetti, documenti, foto e lettere, le cinquantanove tele dell’artista distribuite nelle sale (accanto a migliaia capolavori), il dinamismo “fauve” di Le bonheur de vivre, caposaldo del modernismo europeo, raccontano dall’interno l’arte di Matisse, il suo rapporto con il dottor Albert C. Barnes, committente e benefico mecenate, e il dietro le quinte del murale “sovrumano” creato dal pittore nelle lunette del salone principale del museo. È l’opera più grande da lui realizzata, per la quale egli “estese” mani e gambe con pennelli appositamente costruiti, ed è anche il titolo che trasformò la Fondazione e rivoluzionò la sua carriera.

Matisse – moorish screen

L’esibizione negli U.S.A., che segue una narrazione organizzata cronologicamente, in quattro percorsi, inaugurata il 18 ottobre, è realizzata in collaborazione con il Musée de l’Orangerie di Parigi, dove sarà con un diverso focus, per i rispettivi legami con l’artista e i patrimoni custoditi. Matisse e Cahiers d’art, La svolta degli anni ’30 (Parigi, 1 marzo – 29 maggio 2023), ribadisce il nuovo approccio creativo e la prospettiva rivitalizzata impressa alla produzione del decennio, con lo sguardo volto alla reinvenzione radicale degli anni prebellici e un lucido aggiornamento sperimentale nei colori e nei materiali. Matisse torna da protagonista tra le due guerre con il sostegno della rivista Cahiers d’art, voce del modernismo internazionale, anche grazie alla simbiosi dialettica con Picasso.

Lo speciale periplo intorno all’artista si conclude in due tempi: dal 23 giugno al 24 settembre 2023 al Musée Matisse di Nizza, città dove il pittore si stabilì dal 1917. La villa sede del museo è legata agli studi in cui Matisse ha lavorato sino alla morte; lì sono custoditi una ricca collezione grafica, libri d’arte e una parte importante delle sue sculture.

the dance gray harmony

Il tutto è accompagnata da un catalogo di 256 pagine, riccamente illustrato, pubblicato da Yale University Press, con i contributi di importanti studiosi fra le due sponde dell’Atlantico, e i tre superspecialisti di pittura moderna e contemporanea organizzatori e curatori della mostra. Sono Cécile Debray, direttrice del Musée de l’Orangerie dal 2017; Matthew Affron, curatore al Philadelphia Museum of Art; Cécile Debray, direttrice del Musée National Picasso-Parigi; Claudine Grammont, direttrice del Musée Matisse a Nizza.

Da segnalare inoltre che, nel 1938-39, Matisse collaborò con i Ballets Russes de Monte-Carlo alla creazione di un balletto, Rouge et Noir, realizzato da Leonide Massine, noto anche come Strange Farandole da una danza tradizionale provenzale che aveva ispirato numerose opere dell’artista. Matisse disegnò i costumi, il sipario e uno sfondo tripartito, per richiamare distintamente il murale realizzato alla Fondazione Barnes. In mostra sarà uno degli studi di ballerino che Matisse realizzò con carte tagliate precolorate, una tecnica, il coupage, che sarebbe sbocciata negli anni ’40 fino alla clamorosa esplosione di colori, linee e figure immaginarie raccolta in “Jazz”. Un filmato della troupe mentre esegue Rouge et Noir, realizzato da un critico di danza americano a Chicago, nel 1939, farà conoscere meglio anche questa grande e dimenticata coreografia.

Matisse – Woman in blue

Per non finire: mercoledì 8 febbraio, la Koresh Dance Company di Philadelphia sarà al Teatro Comunale di Modena per presentare in prima italiana due coreografie del suo fondatore: Bolero e La danse, ispirata a La danza e La gioia di vivere.

Ermanno Romanelli