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L’arte del geniale Paul Taylor nelle tappe della tournée italiana

Madelyn Ho and Alex Clayton in Paul Taylor_s Airs by Danica Paulos

MODENA – La Paul Taylor Dance Company, oggi guidata da Michael Novak, in una manciata di date rinnova nel pubblico italiano il ricordo di un maestro del ‘900, scomparso nel 2018.

Al Teatro Comunale di Modena, in apertura di tournée, la compagnia del grande coreografo americano ha presentato tre capolavori del suo repertorio: Airs, uno dei classici di Paul Taylor firmato nel 1978, danza di lirica bellezza, amore e gioia, musica e silenzi, su musiche scelte di Georg Händel. Somewhere in the Middle, in prima italiana, è una creazione del 2022 di Amy Hall Garner che trasmette la gioia della danza attraverso brani jazz di Count Basie, Sarah Vaughan, Duke Ellington, Wynton Marsalis e Bill Evans. Promethean Fire, creato su brani di Johann Sebastian Bach, mette in scena il dramma e la lotta dell’uomo di fronte alle avversità. Fu ideato da Taylor nel 2002 in risposta alla tragedia dell’11 settembre.

Company in Promethean Fire by John McCoy

Con oltre quattrocento creazioni dal 1954, anno di fondazione della compagnia, Paul Taylor è stato un pioniere della modern dance, con aspetti diversi della vita quotidiana e crude questioni sociali idealmente rivisitati nelle sue coreografie. Più di cinquanta premi e riconoscimenti, gli hanno riconosciuto la capacità di trasformare i momenti della vita dell’uomo in un’arte coinvolgente e appassionata, sintesi di collaborazioni multidisciplinari, spiccato atletismo e passione incondizionata.

Da autentico maestro, Paul Taylor ha fatto del dinamismo in ambito coreutico la propria cifra stilistica. È un principio perpetuo, benché mutevole, che definisce l’essenza stessa del suo stare nel mondo con una adesione empatica, immediata e solare, che non trova confronti in ambito internazionale. Nel suo continuo divenire, nell’incessante evoluzione, legata sia agli aspetti formale di cui si compone come all’essenza, al significato di ogni sua coreografia, Taylor rispecchia e fa propria l’idea stessa del movimento che è forza vibrante nell’intero universo: dalle cellule ai pianeti, dai nostri sentimenti alle stelle, tutto si muove, tutto muta, cambia, si disgrega e si ricompone, in una intuizione geniale.

John Harnage, Jada Pearman, and Jessica Ferretti in Paul Taylor_s Airs byDanica Paulos

Lo spazio in palcoscenico è inteso da Taylor come progressione, scomposto in una serie infinitesimale di punti dove ogni punto riproduce un altrove temporale: limpido, per vocazione alla bellezza, e cristallino, nel sapere e sperimentare le geometrie della danza moderna, che sbocciano e sono fermate, per un battito di ciglia, in pose fuori dal tempo. È la continua ricerca di un equilibrio che pure è indispensabile per rilanciare l’energia della figura. Eppure possiamo presagirle e contemplarle, le sue tante modulazioni, mentre si compiono, sospese tra ciò che è e ciò che sarà. Le immagini che Taylor costruisce sono ora diagrammi dove l’oggetto fisico non è tanto determinante quanto lo è l’idea del puro movimento. Nella sua danza, la continuità del moto esistenziale si spezza in una serie di scatti discontinui, calcolati per ricostruire in modo credibile e convincente il flusso temporale. È lo specchio della nostra esistenza, scomposta in fotogrammi e messa in moto come in una ruota della vita.

Madelyn Ho and Alex Clayton in Paul Taylor_s Airs by Whitney Browne

Con programmi ogni volta leggermente modificati, ma sempre interessanti, la compagnia è il 26 al Teatro Comunale di Sassari, e il 27 e 28 al Teatro Massimo di Cagliari. La tournée si chiude il 30 al Teatro Regio di Parma, dove sarà anche proposta una masterclass di tecnica della modern dance americana, tenuta da Christina Lynch Markham, con accompagnamento al pianoforte di Marco Sala. Quest’ultima iniziativa, parte del fitto programma La Danza dietro le quinte. è affidata alla sensibile e certa competenza di Valentina Bonelli. 

Ermanno Romanelli

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