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Il genio di Picasso e la danza in tre titoli al Capitole di Tolosa

la prova di “Tablao” di Antonio Najarro con il Ballet du Capitole foto David Herrero

TOLOSA – Per il programma “Toiles Étoiles”, seconda parte del ciclo “Picasso e la Danza”, Kader Belarbi, direttore della danza al Théâtre du Capitole, a Tolosa, ha proposto a tre coreografi spagnoli contemporanei di rimettere in gioco tre sipari di scena, già disegnati da Pablo Picasso.

Le tre prime mondiali, in scena dal 13 al 20 febbraio, sono: “Cuadro Flamenco” (1921) per Antonio Najarro; “Le Train bleu” (1924) firmato da Cayetano Soto; “Il pomeriggio di un fauno” (1965), assegnato alla coppia Honji Wang e Sébastien Ramirez.

Picasso è sicuramente uno dei pittori del XX secolo che ha lavorato di più per le esibizioni dal vivo e soprattutto la danza. Ha contribuito alla produzione di dieci balletti, di cui sei per i Ballets Russes, per i quali ha disegnato i sipari, le scenografie e i costumi. Tra il flamenco rivisitato da Antonio Najarro, una nuova esplorazione del gesto con la coppia Honji Wang e Sébastien Ramirez, la fluidità del movimento espressa da Cayetano Soto, con le étoiles, i solisti e il corpo di ballo del Ballet du Capitole, il pubblico sarà invitato a una promessa di incontri intrepidi intorno ai famosi sipari di Picasso.

Antonio Najarro foto James Rajotte

È ben nota l’attrazione di Belarbi per l’arte pittorica: all’inizio di stagione, ha creato un balletto su Toulouse-Lautrec, mentre alla fine della scorsa stagione, con “Les Saltimbanques”, ha realizzato la prima parte del ciclo su Picasso e la danza. Dice Belarbi: “Questa seconda parte del ciclo, intitolata “Toiles Étoiles”, ci ricorda che la coreografia è la rappresentazione di gesti, linee e figure realizzati da un corpo che li disegna. Sono nozioni di tecniche pittoriche che si applicano alla danza. La composizione, le forme, i colori, i toni, i valori, le sfumature e i contrasti sono gli stessi strumenti, indicati con le stesse parole, che un coreografo o un pittore usano nel loro approccio creativo. Quindi c’è davvero una equivalenza tra linguaggio coreografico e linguaggio pittorico. Picasso era un uomo curioso di tutte le tecniche e di tutte le discipline artistiche. Non poteva rimanere estraneo alla scena e alla decorazione teatrale. Ha investito lo spazio scenico per esprimere il suo senso dei colori e la sua inventiva formale al servizio della realizzazione di un sipario, o di un costume, per abbinare la propria sensibilità a un testo, alla musica o alla coreografia. Ha rinnovato l’aspetto rispettando lo spirito, con interpretazioni diverse o nuove visioni, con la creazione di scenografie e costumi che hanno segnato la storia del balletto.

Ballet du Capitole foto David Herrero

La diversità dei suoi successi”, prosegue ancora Belarbi, “testimonia il fortissimo rapporto che egli aveva con la danza. Nel 1915 Picasso si avvicina a Jean Cocteau, fervente ammiratore dei Ballets Russes di Diaghilev, l’anima di ciò che restava della vita parigina in quel tempo di guerra. Nel febbraio 1917 partì con Cocteau per Roma, dove la troupe lavorava, e lì Picasso si innamora di una delle ballerine russe della compagnia, Olga Khokhlova (1891-1955), che sposò nel 1918 e che gli diede un figlio, Paul. Questa storia d’amore accompagnerà l’intensa collaborazione di Picasso con Diaghilev e la sua famosa troupe. Nel febbraio 2022 sarà quasi il centenario di tre famose opere coreografiche: Il pomeriggio di un fauno (1912), Cuadro Flamenco (1921) e Il treno blu (1924). Oggi, i loro sipari di scena sono rappresentati e rimessi in gioco dai gesti e dagli sguardi dei coreografi contemporanei”.

Ballet du Capitole foto David Herrero

Come le è venuta in mente questa seconda parte di Picasso e la danza? Precisa Belarbi: “Volevo riunire autori con cifre coreografiche diverse, attorno ai tre sipari di scena di Picasso. Tutti hanno scelto un sipario intorno al quale desideravano lavorare. Il pittore cinese Yu T’ang ha detto: “Solo un artista che comprende le gioie e le emozioni di un salmone che attraversa una rapida ha il diritto di dipingere un salmone, altrimenti lo deve lasciare in pace. Per quanto preciso sia il suo disegno del corpo, delle squame e delle pinne, il tutto sembrerà morto”. “È stato nel considerare questa riflessione che ho progettato Toiles Étoiles”.
Ermanno Romanelli

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