Notizie di danza in Italia e all’estero, per danzatori, insegnanti e appassionati

Al Romaeuropa Festival in scena i paesaggi del mondo

RomaEuropa Festival – Aida Muluneh

Ha per titolo guida “LANDSCAPES: paesaggi del contemporaneo tra teatro, danza, musica, digital e Kids”, la XXXIV edizione di Romaeuropa, festival posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana.
Appena iniziato, in 70 giorni, sino al 24 novembre, inalbera 126 eventi distribuiti in 22 spazi, con 377 artisti provenienti da 27 paesi. Insieme a teatro, musica, arti digitali e la creazione contemporanea dedicata ai bambini, la danza costruisce un paesaggio vario e stratificato, che mescola riti ancestrali e cultura urbana, radici spezzate e migrazioni forzose, realismo globale e intelligenza artificiale. “Landscape”, per Monique Veaute, Presidente, e Fabrizio Grifasi, Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa, rappresenta un invito ad attraversare il festival come se una mappa della geografia del nostro mondo, tra virtualità e realtà, oniriche proiezioni di futuri possibili e affondi nell’ambiguità del nostro quotidiano, costruendo un tempo ludico ma senza mai rinunciare alla “complessità”.

Per legare questa mappa ideale alla città, Romaeuropa invade vie e quartieri con i colori e le grafiche elaborate da Valeria Crociata: un allestimento urbano di stendardi trasforma l’immagine del festival in segno artistico per abbracciare non solo il cuore di Roma ma anche le sue periferie. La doppia inaugurazione del REf19 vede protagonisti due grandi creatori della danza contemporanea: i ritmi tribali e onirici di Lia Rodrigues, sino al 19 settembre all’Auditorium Parco della Musica; e Akram Khan, dal 18 al 20 settembre al Teatro Argentina. Con gli spettacoli, sono numerosi gli incontri, i dibattiti e i momenti di formazione, cuore della community del festival, sostenuto da Direzione Generale Spettacolo del MiBAC – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Roma Capitale e Regione Lazio, il contributo di Flanders State of the Arts, e il prezioso supporto di RAI.

Sempre dal Brasile, e per la prima volta al festival, arrivano Bruno Beltrao e il suo Grupo De Rua (25-26 settembre, Auditorium Parco della Musica), con Inoah, dal quartiere di Marica, vicino Niterói, dove il coreografo è nato e cresciuto. Realizzata in network con Torinodanza, dove sarà il 28 e il 29 settembre, la pièce, per dieci giovani interpreti, scompone e ricompone la cultura popolare dell’hip hop e delle street dance nei canoni della danza contemporanea. Al Teatro Olimpico (30-31 ottobre), torna, dopo 25 anni di assenza da Roma, William Forsythe con A quiet evening of dance, panoramica del funzionamento del balletto e della mente del coreografo. Sono distribuiti nel mese di novembre la londinese Rambert Company porta in scena (17 novembre, Auditorium Parco della Musica), gli “events” di un altro maestro della danza come Merce Cunningham, grazie al riallestimento curato dalla sua ex danzatrice Jeannie Steele, con le musiche live di Philip Selway (Radiohead), e i dipinti di Gerard Richter. Torna al REf, per chiudere il suo trittico di ritratti dedicati a danzatrici, il visionario regista francese Aurelien Bory: con ASh (13-15, Auditorium PDM) dirige la danzatrice indiana Shantala Shivalingappa in un percorso che affonda le radici nella tradizione e nella religione indiana, incontrando i linguaggi contemporanei. Lo spagnolo Jesús Rubio Gamo (22-23, teatro Vascello), trasforma il Bolero di Ravel in un inno alla danza e al movimento; la compagnia ungherese Forte racconta la morte di Borromini all’interno di Palazzo Falconieri (Accademia d’Ungheria, il 14).

Dancing Days, sezione dedicata alla danza europea, curata da Francesca Manica, offre uno sguardo sulle nuove tendenze tra intimità e attenzione al sociale: la danza minimale di Arno Schuitemaker (8-9, Teatro Vascello); l’ironica e tagliente distopia con la quale l’artista visivo Théo Mercier e il danzatore Steven Michel descrivono l’illusione di libertà e confort proposta dalle maggiori potenze commerciali odierne (12-13 ottobre, al Vascello); i gesti del lavoratori tunisini sono re-inscritti da Hamdi Dridi all’interno della proprie visioni personali e collettive (Mattatoio, 9-11 ottobre). Al Mattatoio Dancing Days continua con le proposte di Elena Sgarbossa (vincitrice di DNAappunti coreografici 2018, in scena il 12 ottobre), Chiara Taviani e Henrique Furtado Viera (il 9), la compagnia Kor’sia (il 13) e la selezione del network Aerowaves: NAïF Production (l’11) e Kim-Jomi Fischer con Marta Alstadsaeter (il 12).

Per non finire con la danza, il 9 ottobre è la volta della presentazione del volume “La danza, organizzare per creare”, editoa da Franco Angeli, alla presenza degli autori Gerarda Ventura e Alessandro Pontremoli, mentre tra i progetti curati in collaborazione con l’Accademia di Danza, tra gli altri, si segnala la costruzione della performance site specific “Forse c’è abbastanza cielo su questi prati”, presentata da Enzo Cosimi in prima assoluta il 30 ottobre al Mattatoio. Alla generazione Under35 sono dedicati i premi DNAappunticoreografici (sostegno ai giovani coreografi italiani). La intensa ed estesa programmazione di ReF19 è su romaeuropa.net e sui social: https://www.facebook.com/Romaeuropa/ https://www.instagram.com/romaeuropa/

https://twitter.com/Romaeuropa/
Ermanno Romanelli

L'ultime da Festival

Torna in CIMA