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Al Festival di Spoleto e alla Scala torna “Le Sacre” di Stravinskij

Wayne McGregor durante le prove in sala – foto Brescia e Amisano © Teatro alla Scala

POLETO – È con il balletto “Le Sacre du Printemps”, di Igor’ Stravinskij, che si inaugurano nella stessa serata due importanti avvenimenti di danza. Il primo è con il Festival dei Due Mondi, dal 24 al 27 giugno al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, con uno spettacolo che segna il ritorno a Spoleto, dopo 13 anni, di un lavoro di Pina Bausch.

La scomparsa della grande coreografa avvenne il 30 giugno del 2009, a Wuppertal, negli stessi giorni in cui a Spoleto si presentava una sua creazione, “Bamboo Blues”. La notizia, del tutto inattesa, ebbe un effetto schock sui danzatori e il pubblico.   

Lavoro fondante nell’estetica della Bausch, “Le Sacre du printemps” contiene le radici più profonde del suo metodo e linguaggio, scandito da assoli lancinanti e bruschi giochi di massa. Sul palco, uno strato di terra e i danzatori nei loro gesti quasi ossessivi, intorno e accanto all’Eletta, la vittima sacrificale, in rosso. In questo programma in due parti, che segna la prima collaborazione tra Pina Bausch Foundation (Germania), École des Sables (Senegal) e Sadler’s Wells (UK), Le Sacre du printemps di Pina Bausch è interpretato per la prima volta da una compagnia di danzatori africani.

Wayne McGregor durante le prove in sala – foto Brescia e Amisano © Teatro alla Scala

Oltre al Sacre, il dittico presenta “common ground[s]”, un nuovo lavoro ideato, interpretato e ispirato alle vite di due donne straordinarie: Germaine Acogny e Malou Airaudo. Le due leggende della danza, Germaine Acogny, fondatrice dell’École des Sables, nota per essere la “madre della danza africana contemporanea”, e Malou Airaudo, icona del Tanztheater Wuppertal, interprete principale in molti dei primi lavori di Pina Bausch, per la prima volta insieme in questo pezzo poetico e tenero esplorano le proprie esperienze. «Quando vidi la prima volta La sagra di Pina all’Opéra di Parigi molti anni fa, la storia del sacrificio di una giovane donna mi fece subito venire in mente le tradizioni della mia terra. Non è stato facile per i danzatori africani imparare la coreografia di Pina, ma se hai radici forti, lo fai con la tua identità», ha detto Germaine Acogny in un’intervista.

La programmazione di danza del primo weekend di Spoleto 65 vede in scena, inoltre, con la performance “Through the Grapevine” (25-26 giugno ore 21.30, Teatro Romano), il coreografo belga Alexander Vantournhout, classe 1989, tra i più interessanti della nuova generazione, impegnato insieme ad Axel Guérin in un eccentrico pas de deux. Il corpo viene esibito nella sua forma più pura, mentre la performance scava nel potenziale creativo e cinetico dei suoi limiti fisici. Con grande concentrazione i due cercano l’equilibrio e l’armonia non rinunciando all’umorismo, si sfidano a vicenda attraverso un costante contatto fisico, mentre la dialettica tra toccare ed essere toccati si dispiega come elemento centrale della performance. Il Festival s’inaugura il 24 giugno alle ore 19:30 in Piazza Duomo con il concerto della Budapest Festival Orchestra diretta da Iván Fischer. https://festivaldispoleto.com

le prove in sala ballo Alessandra Ferri Marco Agostino foto Bescia e Amisano

Sempre il 24 giugno, a Milano, fino al 7 luglio, il Balletto del Teatro alla Scala presenta ”AfteRite + LORE”, un dittico di lavori di Wayne McGregor che reimmaginano “Le Sacre du printemps” e “Les noces”, con una prima nazionale e una prima assoluta. Nato nel 1970, McGregor è noto per le innovazioni pionieristiche che hanno radicalmente ridefinito la danza nell’era moderna. Spinto da un’insaziabile curiosità per il movimento e il suo potenziale creativo, i suoi esperimenti lo hanno portato a collaborare con una varietà di discipline artistiche, scientifiche e tecnologiche. Le opere sorprendenti e multidimensionali nate da queste interazioni hanno proiettato McGregor in una posizione di primo piano nelle arti contemporanee da quasi trent’anni.

AfteRite vedrà il ritorno di Alessandra Ferri (24, 29 giugno, 6 e 7 luglio) alla Scala, di cui è stata prima ballerina assoluta, mentre il secondo titolo, LORE, sarà una prima mondiale creata da McGregor sui ballerini della Compagnia scaligera.

Ispirato a “Silent Spring”, libro di Rachel Carson sull’impatto dei pesticidi prodotti dall’uomo sulla natura,  AfteRite è ambientato in un arido paesaggio alieno che evoca il clima estremo del deserto di Atacama, in Cile, dove una colonia di esseri umani lotta per il cibo e la sopravvivenza contro una natura inesorabile. Nella rivisitazione moderna di McGregor, la storia del sacrificio rituale di Stravinskij è rivisitata dal punto di vista della Madre, che deve scegliere ciò che ha di più caro e ciò che è disposta a perdere.

prove in sala – Nicoletta Manni Timofej Andrijashenko foto Brescia e Amisano

Raccolta di frammenti tratti da rituali nuziali della tradizione slava, “Les noces”  di Stravinskij fu composta dieci anni dopo La Sagra. Scritto per quattro pianoforti, quattro voci,  percussioni e  coro, evidenzia il procedere di Stravinskij verso un suono più meccanico e impersonale – un senso della vita umana guidato da un potere esterno. In LORE – il titolo si riferisce a un corpus collettivo di conoscenze, tradizioni popolari e storie – McGregor esplora il difficile connubio degli esseri umani con la natura e la tecnologia attraverso un prisma di rituali frammentati che si intrecciano tra tempi e tradizioni. Le consuetudini si spezzano, si intrecciano e rinascono mentre una generazione lascia il posto a un’altra, il sacro si ricostituisce continuamente.  Sul podio Koen Kessels  torna a dirigere l’ Orchestra del Teatro alla Scala. Info: www.teatroallascala.org
Ermanno Romanelli

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