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Scala, Schiaccianoci di Nureyev inaugura la Stagione di Balletto

le prove in scena foto Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

MILANO – Lo schiaccianoci nella versione di Rudolf Nureyev inaugura la nuova Stagione di Balletto del Teatro alla Scala di Milano, a sedici anni dalle precedenti rappresentazioni. Il lavoro è in scena dal 17 dicembre sino all’11 gennaio; undici recite, più l’Anteprima Giovani, con prezzi dei biglietti da € 10 a € 180 (inclusa prevendita).

L’atmosfera natalizia è ideale cornice per ripresentare il capolavoro di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840–1893), creato nel 1892, la cui partitura è eseguita dall’Orchestra del Teatro alla Scala sotto la bacchetta di Valery Ovsyankikov. L’allestimento di Nicholas Georgiadis è rinnovato nel décor e nei costumi proprio alla Scala nel 1987 (disegno luci di Andrea Giretti). 

Nel nome di Nureyev, di cui nel 2023 ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa, Schiaccianoci torna sul palcoscenico della Scala dove fu presentato la prima volta nel 1969, quando entrò in repertorio, dopo il debutto avvenuto a Stoccolma nel 1967, e a Londra, l’anno successivo, con il Royal Ballet, e l’ultima volta nel 2006.

 Il balletto che più si identifica con le festività di fine anno, è anche uno dei titoli che più si lega alla storia del balletto alla Scala, ed è una nuova vetrina per gli artisti della Compagnia, che hanno lavorato sotto la supervisione di Manuel Legris e Aleth Francillon, incaricati della ripresa coreografica. Con cinque coppie di protagonisti distribuite nei ruoli principali (Clara e Drosselmeyer/il Principe), e il Corpo di Ballo al gran completo, Nicoletta Manni  e Timofej Andrijashenko sono nella recita di apertura il 17 dicembre, e nello spettacolo del 18 dicembre (ore 14.30).

Lo schiaccianoci – cor. Nureyev foto Andrea Tamoni © Teatro alla Scala

Con questi protagonisti, il balletto sarà ripreso da Rai Cultura e trasmesso in Italia il 5 gennaio alle ore 21.15 su RAI 5 e su RAI Play (in replica su Rai5 l’8 gennaio alle ore 19.15), all’estero dal 6 gennaio (ore 20.00) sulla piattaforma Medici Tv, e sui circuiti cinematografici italiani e internazionali in data da definire. Agnese Di Clemente e Claudio Coviello debutteranno il 21 dicembre e torneranno in scena il 28; Alice Mariani e Navrin Turnbull sono nelle recite del 30 dicembre e del 3 gennaio;  Martina Arduino e l’artista ospite Jacopo Tissi saluteranno il 2022 nella recita di fine anno, il  31 dicembre (ore 18), poi  di nuovo in scena il 4 e il 7 gennaio; a Virna Toppi e Nicola Del Freo  è affidata la recita del 5 gennaio e la serata conclusiva dell’11 gennaio.

Lo schiaccianoci-valzer dei fiori foto Marco Brescia ©Teatro alla Scala

Il Corpo di Ballo è impegnato nei disegni coreografici dei celebri valzer con ventiquattro danzatrici e due soliste (Maria Celeste Losa con Gaia Andreanò, poi Alessandra Vassallo con Greta Giacon e Camilla Cerulli); nel valzer dei Fiocchi di Neve del  primo atto, accompagnate dal Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala, diretto da Marco De Gaspari; e dodici coppie nell’altrettanto celebre valzer dei Fiori nel secondo atto.

Tanti gli artisti che si alterneranno nei personaggi: il Dottore e la Signora Stahlbaum (Gabriele Corrado in alternanza con Massimo Garon e Beatrice Carbone, in alternanza con Francesca Podini); Luisa e Fritz (Vittoria Valerio e Mattia Semperboni, poi Camilla Cerulli e Domenico Di Cristo, Alessandra Vassallo e Rinaldo Venuti, Linda Giubelli e Eugenio Lepera);  la Nonna e il Nonno (Matteo Gavazzi e Serena Sarnataro, Massimo Dalla Mora e Serena Colombi).

Proseguendo nella linea drammaturgica di Nureyev, Clara li rivedrà, trasformati, come solisti delle danze del secondo atto, dalla danza spagnola, alla danza russa e danza araba, la danza cinese, la Pastorale. Immancabile la battaglia tra topi e soldatini, che vedrà impegnati gli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Frédéric Olivieri, come nelle danze di celebrazione del Natale.

Musica e coreografia convergono verso i celebri valzer e nei passi a due, ricchi di tecnica, rigore, linee ed equilibri, e rivelano l’impostazione drammaturgica che Nureyev volle conferire a questo balletto: il sogno di Clara, il viaggio di una adolescente, tra ombre e luci. Accademismo ma anche verve, tecnica ed espressività teatrale che ben si addicono allo stile del Balletto scaligero, con il quale Nureyev aveva un legame speciale, tanto da destinare alla Scala la maggior parte delle sue riletture dei classici, ed essere lui stesso tante volte in scena al Piermarini a interpretare Drosselmeyer, che si trasforma in uno splendente Principe.

le prove in scena foto Brescia e Amisano ©Teatro alla Scala

Il balletto ha visto l’avvicendarsi di più protagonisti nel corso delle oltre centoventi recite, e di tanti allievi della Scuola di Ballo, tutti impegnati nella interpretazione di uno spettacolo corale in perfetto equilibrio fra tradizione e modernità.

A Milano Nureyev ebbe come sua prima Clara Liliana Cosi, ma anche Vera Colombo; nella stagione 1970/71 Carla Fracci, che sarebbe diventata sua partner italiana prediletta; nella stagione 1979/80 Anna Razzi, senza dimenticare Merle Park (alla Scala nel 1977), e Evelyne Desutter, che fu anche la sua ultima partner nelle riprese della stagione 1987-1988.

Le ultime rappresentazioni dello Schiaccianoci di Nureyev risalgono appunto al dicembre 2006, come titolo di apertura della Stagione 2006/2007. Nelle stagioni successive Lo schiaccianoci è stato presentato nella versione firmata da Nacho Duato (in apertura della Stagione 2014/2015 e ripreso la stagione successiva), mentre in apertura  della Stagione 2018-2019, con nuovo allestimento firmato da Margherita Palli, per la prima volta è stata rappresentata alla Scala la storica versione di George Balanchine.

In occasione del ritorno sulla scena della versione di Rudolf Nureyev è prevista l’esposizione nel Ridotto Palchi Arturo Toscanini del corpetto indossato da Nureyev nelle recite dello Schiaccianoci alla Scala, e del costume di Carla Fracci nel ruolo di Clara, entrambi realizzati su figurini di Nicholas Georgiadis.
Ermanno Romanelli

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