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Pensieri e parole per i titoli presentati nella Stagione di Ballo del Teatro alla Scala

Teatro Kabuki photo Kiyonori Hasegawa

Pensieri e parole per i titoli presentati nella Stagione di Ballo del Teatro alla Scala

Giornalisti e studiosi di danza affrontano temi,   stili e profili d’autore delle coreografie in cartellone a Milano. Una iniziativa del Teatro alla Scala in accordo con gli amici della Scala.

MILANO – Con “Prima delle prime”, iniziativa presentata nel ridotto dei palchi “Arturo Toscanini”, il Teatro alla Scala, in accordo con gli Amici della Scala, organizza appuntamenti con ingresso libero fino a esaurimento posti.

Ordinati, sistematicamente, alle ore 18:00, questi sono abbinati, con proiezione dei relativi video, a sette dei titoli e a dieci dei coreografi in programma nella Stagione di Balletto 2018/2019. Unico escluso dall’indagine, al momento, sembra essere “The Kabuki”, in scena a luglio 2019.

L’inizio, sabato 15 dicembre 2018, è per “Lo schiaccianoci”, di Tchaikovskij, con Sergio Trombetta che, in “Quella carrozza per il Mariinskij”, ci introduce ai piaceri della versione creata, nel ’54, da George Balanchine, per il New York City Ballett, memore, il maestro georgiano-russo-americano, del ruolo di fiocco di neve da lui interpretato, nella versione Petipa, negli anni in cui era giovanissimo allievo alla Imperiale Scuola di Balletto.

Nel restante 2019, martedì 22 gennaio, per “Winterreise”, di Angelin Preljocaj, Marinella Guatterini propone “Danzatore sono arrivato e danzatore parto”. Sarà interessante confrontare la magistrale versione “di riferimento” creata, nel 2002, sulle stesse malinconiche partiture di Schuberth, dal genio assoluto di Trisha Brown, per il baritono Simon Keenlyside e tre danzatori della sua compagnia, con quella del maestro e capofila della ormai più che vecchia, decrepita, “nouvelle danse” francese, un’onda che tanto consenso ed entusiasmo raccolse negli anni ’80 del ‘900 (molto più di una vita orsono).

Giovedì 4 aprile, per “Woolf Works”, di Wayne McGregor, Francesca Pedroni parla di “One, two, one two… danzare nel flusso del tempo”.

Giovedì 20 giugno, “il balletto dei balletti”, naturalmente “La Bella addormentata nel bosco”, versione Rudolf Nureyev, è analizzato da Elisa Guzzo Vaccarino ne “Il culmine della bellezza”.

Giovedì 12 settembre, l’eterna perfezione nel balletto, dunque “Giselle”, di Jean Coralli e Jules Perrot, è sotto i ferri e la competenza di Patrizia Veroli in  “Vitalità di un capolavoro”.

Martedì 22 ottobre, per “Onegin”, di John Cranko, Silvia Poletti ci introduce a “Il mondo di Puškin per una nuova drammaturgia coreografica”.

Mercoledì 13 novembre, la triade George Balanchine (“Symphony in C”), Jiří Kylián (“Petite Mort”), Maurice Béjart (“Boléro”), è nella disamina di Leonetta Bentivoglio con  “Formalismo e narrazione nel balletto del Novecento”.

Ermanno Romanelli

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