Debuttano “Lo schiaccianoci”, di Balanchine, mai allestito in Italia, con lavori di Angelin Preljocaj e Wayne McGregor. Ritorna Alessandra Ferri, con Roberto Bolle asso pigliatutto.
Con alle spalle l’ottimo esito della “Serata Nureyev”, pensata in omaggio all’ottantesimo anniversario della nascita e al venticinquesimo anniversario della scomparsa di Rudolf Nureyev, e in attesa di consumare, nei prossimi mesi, gli ultimi fuochi della stagione 2017/18, il Teatro alla Scala accende i riflettori sulla prossima tornata, ricca di ottimi titoli come è consuetudine nel tempio ambrosiano dell’Arte coreutica.
In soldoni, la Stagione di Balletto 2018 /2019, presenta sette produzioni con nove balletti, con la serata a trittico (16-30 novembre) che salda George Balanchine per “Symphony in C”, Jiří Kylián per “Petite Mort”, Maurice Béjart per “Boléro”, con l’étoile Roberto Bolle, asso pigliatutto in prima posizione.
Nel presentarla, Frédéric Olivieri, Direttore del Corpo di Ballo, e Alexander Pereira, Sovrintendente e Direttore Artistico, hanno sottolineato l’intento di arricchire il repertorio, con tre novità, due titoli in prima nazionale e una creazione in prima assoluta, e con titoli che, almeno sino ad ora, non erano esattamente “a portata di punta” della compagine scaligera.
È il caso di “Lo schiaccianoci” (15 dicembre-15 gennaio), preziosa creatura del più aristocratico dei coreografi, George Balanchine, spettacolo mai allestito in Italia per l’impegno estremo (tecnico ed economico) e il grande spolvero richiesto ai danzatori e al teatro, con dovizia di scene, assai affollate, e i più piccoli allievi della Scuola divisi tra fiocchi di neve e pupazzi meccanici. Dopo “Sogno” e “Jewels”, e con le nuove scene e i costumi firmati da una grande dama del teatro e sodale di Luca Ronconi, Margherita Palli, prosegue la collaborazione con il Balanchine Trust.
In prima assoluta (24 gennaio – 9 marzo) è una nuova creazione di Angelin Preljocaj: “Winterreise”, sui Lieder di Franz Schubert. Altro nome di grande interesse, Wayne McGregor, con “Woolf Works” (7-20 aprile), ispirato all’universo poetico di Virginia Woolf, partitura di Max Richter, vedrà il ritorno in scena, dopo una molteplice serie di addii, di Alessandra Ferri, con il fascinoso Federico Bonelli, Principal del Royal Ballet.
“La Bella addormentata” (26 giugno-9 luglio), versione Nureyev, torna in scena al Piermarini, dove nacque nel 1966, con il décor e i costumi di Franca Squarciapino, con due protagoniste di rango: Polina Semionova e Svetlana Zakharova. Quest’ultima sarà, in seguito, interprete di Giselle (17 settembre–8 ottobre), nella ripresa di Yvette Chauviré, nell’allestimento scaligero di Alexander Benois.
Felice ritorno è “Onegin” (24 ottobre – 10 novembre), il “dramma in danza” ispirato al romanzo di Aleksandr Puškin¸ creato da John Cranko nel ’65. Protagonisti per alcune recite sono Roberto Bolle e Marianela Nuñez, Principal del Royal Ballet.
In coda, con “The Kabuki” (11-12 luglio) di Maurice Béjart, e un secondo programma misto (13-14 luglio), è l’invito del Tokyo Ballet, prestigioso ensemble nipponico di balletto.
Finale di questa stagione, dal 10 al 19 luglio, sono il “Don Chisciotte”, coreografia di Rudolf Nureyev, e, dal 17 ottobre al 2 novembre, “L’histoire de Manon”, di Kenneth MacMillan.
Ermanno Romanelli