Al XXVI Festival Civitanova Danza appuntamenti di prestigio

Sergei Polunin foto di Alexey Kerkis

Nei mesi di luglio e agosto Civitanova Marche rinnova la propria vocazione di “città della danza” con il XXVI Festival Internazionale Civitanova Danza Il festival è dedicato al Maestro Enrico Cecchetti (1850-1928), già celebre per i suoi virtuosismi di danzatore, poi per la fervida attività didattica, alla quale si sono formati, a San Pietroburgo, plotoni di danzatori russi, in primis l’intera troupe dei Ballett Russes.
 L’edizione 2019, promossa dal Comune di Civitanova Marche con Azienda Teatri di Civitanova, AMAT, Regione Marche e Ministero per i Beni e le Attività Culturali, convalida la propria formula con un programma curato da Gilberto Santini, direttore AMAT, articolato in due sezioni: Festival nel festival e La notte della stella. Con diversi appuntamenti di prestigio, il cartellone si snoda tra debutti, stelle della danza mondiale, maratone danzate dal tramonto a notte fonda, momenti di approfondimento e formazione (Info: 071 2075880/2072439, WWW.CIVITANOVADANZA.IT). Si conferma lo slogan Civitanova danza tutto, che accompagna da qualche anno la manifestazione, testimonianza dell’aspirazione a riunire i rappresentanti di diverse culture e la tensione ad una onnicomprensività dello sguardo per i diversi stili e linguaggi con cui la danza si esprime. Il Festival nel festival (13 luglio) è il vero nucleo progettuale della manifestazione, con una maratona di danza che tocca tutti i teatri della città (Cecchetti, Rossini, Annibal Caro), dal pomeriggio a notte fonda con debutti e progetti di residenza nell’ambito del progetto Civitanova casa della Danza. Due le prime italiane: Ball, del coreografo Guilherme Miotto, brasiliano di base in Olanda, vincitore di molti premi, tra cui i prestigiosi Magnolia Award e André Gingras Award con la compagnia Corpo Maquina (Teatro Cecchetti, ore 20.15); e Voyager, della Compagnia Nazionale di Danza di Malta, diretta da Paolo Mangiola, calabrese d’origine e londinese d’adozione, forte di lunga esperienza in Italia e all’estero (Teatro Rossini, ore 21.30). Mangiola ama esplorare il mondo, spinto da sempre da un desiderio profondo di libertà e conoscenza. Il trittico si completa con la prima assoluta di Suite escape, di Riccardo Buscarini (Teatro Annibal Caro, ore 23) al termine di una residenza di creazione nelle strutture della città alta: Foresteria Imperatrice Eugenia e Teatro Annibal Caro. In Suite Escape, Buscarini torna al balletto e lo fa attraverso un quartetto basato sulla selezione di alcuni pas de deux del repertorio classico. Partiture musicali di Čajkovskij, Minkus, Adam e Delibes, e brani di coreografia, vengono per questa occasione rivisitati in una chiave inedita.

Il Festival offre una vetrina anche alla danza italiana, con un prezioso debutto. Il Balletto di Roma propone al Teatro Rossini (20 luglio) la prima assoluta di Don Chisciotte, del coreografo Fabrizio Monteverde, tra i più applauditi e tecnicamente compiuti d’Italia, esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta. Fabrizio Monteverde è un autore che, a pieno titolo, da oltre trent’anni, svolge un serio lavoro di elaborazione drammaturgica che ne rende il segno unico, pienamente riconoscibile nel rigore e nella tenuta stilistica; qualità che ne impongono il profilo al di sopra della grande maggioranza dei suoi “colleghi”. Dopo di che, il 2 agosto, al Teatro Rossini, Virgilio Sieni presenta Metamorphosis, con musiche di Arvo Pärt.

La notte della stella vede protagonista (Teatro Rossini, 27 luglio) la star Sergei Polunin con Sacré. Ucraino come Nijinsky, il personaggio Polunin, se in palcoscenico sorprende per le capacità di danzatore di talento, ha travalicato il mondo della danza con la sua fama di “bad boy” grazie ad una serie di azioni, non sempre e non del tutto necessarie, e ad una raffica di affermazioni, a dir poco fuori tempo, luogo, modo. Sacré è il solo di Polunin, creato con la danzatrice e coreografa giapponese Yuka Oishi, che reinterpreta la figura del leggendario ballerino Vaslav Nijinsky, leggenda dei Ballets Russes. La sagra della primavera di Igor Stravinsky è al centro del drammatico solo in cui si esplorano la follia di Nijinsky e la sua ricerca di una “sensazione, non di un pensiero umano”.

Il festival offre una vetrina anche alle scuole di danza del territorio con un Gala (13 luglio) con brani coreografici e lavori di fine anno. Si rinnova l’appuntamento con l’alta formazione grazie ad un programma intensivo di lezioni di danza classica e contemporanea, con il Campus Civitanova Danza per Domani, settima edizione, dal 5 al 10 agosto, con la consulenza artistica di Paola Vismara, e docenti della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala e del Ballet de l’Opéra de Paris.
E.R.

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