GUBBIO – In un frangente oggettivamente molto, molto difficile per la vita come per lo spettacolo e la società italiana, nel suo insieme, è un bel gesto di coraggio e di profondo legame con la cultura e la tradizione, non solo letteraria, del nostro paese lo spettacolo “Sulle orme di Dante”, in scena mercoledì 21, alle ore 21, al Teatro Romano di Gubbio.
Lo realizza la coreografa Silvia Menichetti, già diplomata all’Accademia di Danza di Roma, e attualmente guida e fervente animatrice di un folto plotone di tersicoree nella Scuola di Danza Città di Gubbio.
Questo omaggio a Dante Alighieri, per l’anniversario dei settecento anni dalla scomparsa del grande poeta, si differenzia da ogni altra iniziativa al riguardo per la grande generosità riversata nell’assai impegnativa impresa: in scena sono decine e decine di giovani danzatrici, unitamente ad un folto gruppo di artisti ospiti, ma di fatto nell’operazione sembra coinvolta, in un modo o in un altro, l’intera città.
La Divina Commedia è l’opera più famosa di Dante Alighieri. Conosciuta e studiata in tutto il mondo, è ritenuta da molti, per ricchezza lessicale, visionarietà poetica e complessità d’impianto, tra i più grandi capolavori della letteratura di tutti i tempi. L’allestimento proposto a Gubbio si presenta come un viaggio immaginario attraverso i tre Regni ultraterreni che Dante, sotto la guida del poeta classico Virgilio (abitatore del Limbo), e successivamente della donna amata Beatrice (anima celeste), visiterà, illustrando pene e peccati, fatti e personaggi realmente vissuti, con cui Dante più volte si imbatte, oltre a sottolineare l’aspetto morale di tutto il viaggio.
Approssimandosi l’equinozio di primavera del 1300, il poeta, smarrita la diritta via, si ritrova in una selva oscura. Ad accrescere la paura, sopraggiungono tre belve che ostacolano il cammino intrapreso. In quel momento appare Virgilio che, come guida, lo accompagnerà durante tutto il suo lungo percorso tra Inferno e Purgatorio. Superata la montagna del Purgatorio, Virgilio, non degno di entrare nel Paradiso, lascerà Dante nelle mani di Beatrice che lo condurrà alla scoperta del Regno Celeste.
Il Viaggio del poeta non è altro che l’allegoria del viaggio morale dell’anima che, persa nel peccato, cerca la via giusta per purificarsi e raggiungere la salvezza.
Lo spettacolo immaginato e costruito con pazienza, abilità e competenza teorica e tecnica da Silvia Menichetti rispetta sostanzialmente la scansione con la quale è articolato il poema, e ne cesella i contorni con un elenco talmente lungo di figure e interpreti che è impossibile citare ciascuno. Resta l’augurio che una tale impresa possa trovare ancora altre edizioni e piazze dove proporsi.
Ermanno Romanelli