EGON King MADSEN Lear, è il titolo della creazione di Mauro Bigonzetti, per coreografia e regia, che vede protagonista una leggenda della danza internazionale: Egon Madsen.
Basato sui motivi del re Lear di William Shakespeare, la produzione del Theaterhaus di Stoccarda è in prima mondiale al Theaterhaus Stuttgart domenica 19 gennaio fino a sabato 25 gennaio (www.theaterhaus.com). Scenografia e illuminazione sono di Carlo Cerri, costumi di Gudrun Schretzmeier, drammaturgia di Pasquale Plastino, assistente alla regia Lucia Madsen-Isenring.
Il re Lear di Shakespeare, incarnato dalla leggenda della danza Egon Madsen, è come un sogno divenuto realtà per Bigonzetti, per Madsen e il Theaterhaus Stuttgart. Nel corso di una lunga carriera teatrale, Madsen ha ballato numerosi ruoli del ricco universo shakespeariano, ed è sempre stato considerato grande attore di carattere: perfetto come principe, ha anche dato vita a figure di dubbiosi, eccentrici e falliti, con grande sensibilità. Bigonzetti, che accompagna Madsen in questo viaggio interiore, ha creato per lui non solo una parte extra del suo pezzo più conosciuto, Cantata, ma in occasione del settantacinquesimo compleanno di Madsen, nel 2017, ha anche coreografato per l’amico l’impressionante Solo 7557, un pezzo che, collegando la loro rispettiva età, portava già il loro rapporto nel titolo. Ciò che Bigonzetti ha detto di questo assolo può valere anche per il Lear di Madsen: “In studio ho la sensazione che la saggezza di Egon si mescoli al suo lavoro, la sua biografia e le sue esperienze vi confluiscono. Non esiste una cronologia logica: siamo passati da un sentimento all’altro, la coreografia e il processo creativo sono avvenuti naturalmente. Abbiamo solo trascorso del tempo insieme e il pezzo si è evoluto, Egon è così pieno di idee, avverto immediatamente l’artista. È magico”.
Centrata sull’unico personaggio di Lear, i due artisti raccontano la storia di una tragica retrospezione. In vecchiaia, sia il re che l’artista diventano prigionieri della propria mente, oppressi da oggetti e voci del passato. Nello spazio chiuso del palco, l’uomo potente ed ex re, e il ballerino di successo, sono fuori dal proprio tempo, hanno perso il contatto con il presente. Completamente indifeso, il Lear di Madsen avverte che le persone che ama di più gli si rivoltano contro. Amore e dolore, dolore e follia: i grandi temi shakespeariani si saldano in una persona che osa guardare indietro, alla fine di una vita piena di eventi. Gli spettatori diventeranno testimoni di un intenso monologo ballato e recitato.
Poco conosciuto, se non dagli addetti ai lavori, in Italia, in Germania Madsen è una vera celebrità. La sua storia ha inizio nel 1961, quando si unisce al balletto di Stoccarda, e lì scrive pagine di storia della danza. È nominato solista da John Cranko, che crea numerosi ruoli per lui. Nel 1981 Egon Madsen diventa direttore del Balletto di Francoforte. Successivamente è stato direttore del Royal Swedish Ballet di Stoccolma, direttore del balletto del Teatro Comunale di Firenze, vicedirettore del balletto di Stoccarda, maestro di balletto a Lipsia. A seguito di un invito di Jiří Kylián, è entrato a far parte del Nederlands Dans Theater III nel 1999, ed è diventato il direttore artistico della famosa “compagnia senior”, mentre continuava una carriera di danza indipendente. Insieme a Eric Gauthier, ha riscosso un successo sensazionale nel Don Q, di Christian Spuck. Dopo la fondazione di Gauthier Dance nel 2007, Madsen è apparso in molte produzioni della Dance Company Theaterhaus di Stoccarda, tra cui M.M. di Eric Gauthier, e il tributo Caro John, alla memoria di Cranko. Nel 2011, Madsen ha ricevuto il German Dance Price, riconoscimento della sua straordinaria carriera e, nel 2012, la Golden Stauffer Medal dello Stato del Baden-Wuerttemberg. In occasione del suo settantesimo compleanno nell’agosto 2012, e in coincidenza del sessantesimo anniversario di palcoscenico e del suo settantacinquesimo compleanno nel 2017, il Theaterhaus Stuttgart ha organizzato per lui serate di gala. Madsen ha ancora dimostrato il proprio carisma come ballerino in altre due produzioni teatrali accolte con entusiasmo: Greyhounds, esplorazione intergenerazionale della danza, presentata nel 2015, e, più recentemente, il revival The Return of Don Q, nel novembre 2018. Ancora Mayerling, di Kenneth MacMillan, attuale produzione dello Stuttgart Ballet, vede Madsen interpretare il ruolo dell’imperatore Francesco Giuseppe.
Ermanno Romanelli