Nello tsunami quotidiano che travolge il paese, stretto fra contagi ed emergenze d’ogni sorta, in qualche modo la danza sopravvive.
Tersicore è in un cono d’ombra rispetto ad eventi nazionalpopolari e alle prime pagine di tv e quotidiani, eternamente occupate da quanto succede di peggio; “eppur si muove” la Musa, vive ancora e offre occasioni e segni di vitalità là dove trova competenza e una precisa visione della propria arte. Con Gilberto Santini Civitanova Danza è diventata una Domus Aurea per qualità di proposte, ma anche nel Teatro Sperimentale di Pesaro egli commisura colori e spinte della danza nazionale, e oltre. Santini si muove fra molte direzioni, attento a ciò che di nuovo e valido sorge all’orizzonte, per proporre di continuo spunti quantomeno interessanti. Il giovane direttore artistico fa di ogni tappa un suo proprio percorso di scoperta e conoscenza e apprezzamento pubblico; in maniera nitida egli mette a fuoco gli snodi principali della scena coreutica odierna, in una giostra di vicinanze e confronti di riguardo, se non eccellenti, fra una tornata e l’altra.
Li ritroviamo pari pari nella stagione 2022 dello Sperimentale, realizzata su iniziativa del Comune di Pesaro, con AMAT e il contributo di Regione Marche e MiC. Il cartellone propone quattro appuntamenti, a completare la prima parte di stagione del 2021: l’inizio è l’11 febbraio con “Alce”, del coreografo Fabrizio Favale, e i nove danzatori della compagnia Le supplici. Con una danza corale, a tratti ritmata e tribale, rarefatta ed evanescente, si approfondisce il tema animalier, e il nostro rapporto con essa, in un lavoro che addensa suoni e sensi dello spazio e del tempo, e nuove relazioni fra le creature.
Il 24 febbraio, la Giovane Compagnia Kataklò vola sulle pagine di Gioachino Rossini, genius loci della città marchigiana, e trasporta il pubblico, con “Rossini Grand Hotel”, in un albergo giocoso e visionario dove si confronta la molteplicità di storie e caratteri creati dal talento musicale del pesarese. Nelle sale di un Grand Hotel, in una sera di festa, personaggi provenienti da mondi diversi si incontrano per dare vita a situazioni e atmosfere variegate. È uno slalom tra opera buffa e opera seria, nel quale i danzatori si cimentano con le diverse possibilità espressive offerte dal mondo rossiniano, dalla comicità alla tensione più emotiva. In mostra è la poliedricità di spessore che da sempre è cifra stilistica del lavoro di Giulia Staccioli, direttrice artistica della storica compagnia, dell’Accademia di formazione e del nuovo young ensemble Kataklò.
Il 18 marzo la scena è per il Nuovo Balletto di Toscana con “Bayadère. Il Regno delle Ombre”, su coreografia di Michele Di Stefano, con parte delle musiche di Ludwig Minkus e musiche originali di Lorenzo Bianchi Hoesch. “Bayadère – per Michele Di Stefano – è un balletto intriso di esotismo, sia nella trama melodrammatica sia nell’estetica dell’insieme. Nella tradizione la sua scena più celebre, il Regno delle Ombre, si presenta al limite tra il reale e l’aldilà, dove le ombre che appaiono sono come congelate nella loro tragica condizione e i movimenti che compiono sono rituali. Pensato per un ensemble di talenti giovanissimi, questo nuovo Regno delle Ombre così misteriosamente carico di suggestioni, appartiene ai tempi eccezionali che stiamo vivendo, perché fa riferimento a qualcosa di perduto e a qualcosa di possibile allo stesso tempo, qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio che non è più soltanto un al di là, ma è un presente che desidera essere reinventato con delicatezza e passione”.
È con l’energia impetuosa della Compagnie Hervé Koubi che si conclude la stagione, il 25 aprile, con “Boys don’t cry”. In scena sette ballerini, potenti ma aggraziati, provenienti da diversi paesi, abbracciano la gioia trascendente della danza, portando in scena una coreografia affascinante, complessa e vivace. Costruito sulla base di un lavoro della scrittrice francese Chantal Thomas attorno a una improbabile partita di calcio – terreno di “gioco” e di “danza” – “Boys don’t cry” è una riflessione sulla costruzione dell’identità in una società “chiusa”, attraverso una danza spettacolare ed entusiasmante, tra hip-hop e fluidità contemporanea. Cosa significa voler diventare ballerino quando sei un ragazzo, specialmente quando provieni da Paesi dove la differenza di genere pesa ancora tanto sui destini individuali? Boys don’t cry è uno sguardo sul diventare adulti in una società dove la via predestinata non è quasi mai quella desiderata, è un’ode alla famiglia, è una dichiarazione del cuore. In senso più ampio lo spettacolo è anche un messaggio: la libertà di essere se stessi al di là di ogni condizionamento. La stagione sarà “accompagnata” da “Oltre la scena”, brevi incontri online (Zoom) curati da Silvia Poletti, giornalista, per introdurre il pubblico agli spettacoli. INFORMAZIONI: Teatro Sperimentale 0721 387548; www.teatridipesaro.it; AMAT 071 2072439, www.amatmarche.net
Ermanno Romanelli