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Ricchezza compositiva e plasticità nei “Love Poems” della MMCDC

Swans coreografia Emanuele Soavi foto Nicola Stasi

Sabato 1 febbraio, ore 21, al Teatro Asioli di Correggio, va in scena la trilogia che è la nuova produzione 2020 della MM Contemporary Dance Company. I tre lavori, tutti all’insegna di uno stile di danza contemporanea, sono interpretati dai nove danzatori della MMCDC.
MMCDC è una realtà di eccellenza della danza italiana, con una consolidata attività di spettacoli su tutto il territorio nazionale. Lo testimoniano le oltre trenta date della prima parte del tour 2020: aperto il 14 gennaio a Trieste, al Teatro Rossetti, si concluderà il 30 aprile, alla Cavallerizza di Reggio Emilia (vedi il sito www.michelemerola.it).

Lo spettacolo è composto da “Duetto inoffensivo” (estratto da “Rossini Cards”), di Mauro Bigonzetti, rimontato per la MMCDC. È un pezzo appassionato, intenso: fra le due donne in scena c’è condivisione, intesa, ma anche disaccordo. Ritroviamo condensati i caratteri e le storie di più personaggi femminili: dal loro incontro, in un ripetersi e alternarsi continuo di complicità e conflitto, nasce uno scambio di energie, sentimenti ed emozioni legate alle delusioni d’amore. “La conoscenza e l’amicizia che mi legano a Michele da venticinque anni”, dice Bigonzetti, “oltre alla profonda stima artistica nei suoi confronti, mi hanno spinto a cedere alla MMCDC ‘Duetto inoffensivo’. Inoltre questa è una splendida opportunità di rivedere il pezzo in Italia dopo più di dieci anni. Lavorare con i danzatori della MMCDC è stato molto interessante e stimolante: sono giovani, belli e curiosi, rimandano una grande energia e voglia di lavorare”.

Segue “Brutal Love Poems”, del coreografo spagnolo Thomsa Noone, che porta ad exergo questa frase: “Ti amo così tanto da star male. Spero che anche tu soffra quanto me…“. Crudo e dinamico, “Brutal Love Poems” esplora il lato “selvaggio” che nascondiamo dentro di noi, e si rivela solo nei momenti più intimi. In qualche modo, la scoperta del nostro essere più primordiale, terribile e brutale, si manifesta forse sempre e solo davanti a chi è più vicino a noi, alla persona che amiamo. “È un lavoro astratto, non narrativo”, afferma Noone,“senza il tentativo di raccontare una storia e dove non ci sono personaggi concreti. La risonanza dei movimenti echeggia e si combina per formare un tutto, cercando di intrattenere, provocare e sedurre. Quando ho spiegato questo ad un amico, ho usato l’analogia del tentativo di scrivere una poesia piuttosto che un racconto: la risonanza dei movimenti nell’occhio degli spettatori contribuisce a tutto il senso. Proprio come il peso, il suono e il posizionamento delle parole in una poesia potrebbe trasmettere sensazioni oltre il loro semplice significato”.

Infine “Swans_Cigni”, di Emanuele Soavi, da anni attivo in Germania presso prestigiose compagnie, è un lavoro che, pur ispirandosi alla versione romantica del balletto di P.I. Ciaikovskij, vuole essere libero da ogni suo tratto narrativo. Mette volutamente al centro della ricerca coreografica temi universali: l’integrazione, la diversità, la trasformazione, l’accettazione della propria natura e la comprensione dell’altro. In questa rilettura astratta, la figura dei cigni è mutevole, e in continua trasformazione. Una trasformazione che, catturata nella sua intimità, mantiene, come nella tradizione del balletto, l’atto di riprodurre e rendere in maniera di performance la capacità degli interpreti di essere sia uccelli che esseri umani.

I cigni sono ritratti come esseri androgini: sono i corpi davanti a noi che diventano i protagonisti. Corpi che si dispiegano, che agiscono, che si danno, sinuosi e contorti, plastici e fragili, sottilmente discreti e delicati. Ognuno di questi esseri cerca di convivere, di accettarsi, di unirsi in “stormo”; ma è anche proteso a raccontarci la propria storia individuale, ad accettare il fatto di essere diverso dagli altri, a svelarci universi segreti e a voler credere in sogni da raggiungere in un prossimo futuro. Ognuno di loro ha ragioni, un vivere e sentire la vita, sentimenti comunque degni di rispetto, qualunque sia la loro natura.

Tra utopia e realtà, poesia e razionalità, i protagonisti si confrontano con alcuni dei temi portanti del nostro tempo. La scrittura coreografica trasmette una precisa visione, piena di speranza: vedere nel diverso una possibilità di arricchimento, non una minaccia, vedere nella tolleranza e nel rispetto una via da percorrere, vedere nel confronto, nell’accettazione degli altri e nell’integrazione una nuova dimensione di vita, al passo con la vera natura dell’uomo.

Il momento della trasformazione, la transizione indefinita di un corpo che diventa un altro, le tracce che questo lascia nello spazio. Sono questi alcuni dei motivi ispiratori di questa nuova coreografia SWANS_CIGNI. Con questa creazione”, dichiara Emanuele Soavi, “omaggio al titolo del balletto classico per eccellenza, Il lago dei cigni, sono alla scoperta del mito, per ricreare un atto bianco-nero, per cercare come in ognuno di noi ci sia un lato chiaro e uno oscuro. Conscio e inconscio. Non uno buono e uno cattivo, non un essere maschile o femminile, ma il senso di apparire, sparire, di essere inafferrabili e capaci di trasformarci da un essere all’altro. Con la MM Contemporary Dance Company abbiamo già da tempo un legame speciale. Sono molto contento di ritornare in sala prove con questi danzatori per portare avanti un lavoro iniziato anni fa e che ci sta facendo crescere insieme”.

Le coreografie della serata, pur nella diversità stilistica dei tre autori, sono unite dal comune denominatore di una spiccata musicalità e sono caratterizzate da una forte implicazione, tanto interpretativa quanto tecnica, che metterà in luce la versatilità e la bravura dei danzatori della compagnia. Da un brano all’altro, la danza diventerà tutt’uno con la musica, sposandone la ricchezza compositiva grazie a coreografie che privilegiano il movimento, la plasticità, ma anche l’importanza del singolo gesto.

Michele Merola, direttore artistico della compagnia, dice del nuovo debutto: “Ho scelto di proporre questo trittico come nuova produzione di MMCDC per offrire al pubblico la possibilità di assistere nella stessa serata a coreografie di tre autori, i quali rappresentano, stilisticamente, diverse visioni della danza contemporanea del nostro tempo, autori dei quali ho grande stima. Con il trittico ‘Love Poems”, per la prima volta non figura all’interno della serata una mia creazione. È una scelta che ho fatto per rimarcare la linea che ispira da anni la mia direzione: rendere la compagnia non unicamente d’autore, ma farla divenire un contenitore, dove le diverse voci della danza contemporanea possano trovare casa. È un’esperienza sicuramente più complessa, ma penso utile e importante per il panorama delle compagnie del nostro paese”.

Ermanno Romanelli

 

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