Per la diciassettesima edizione dell’Holland Dance Festival, mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio, allo Zuiderstrandtheater, Aterballetto torna a L’Aia, dove la compagine emiliana si è esibito in passato con successo, per proporre un terzetto di titoli, accolti con ottimo esito al debutto in Italia.
L’israeliano Hofesh Shechter è noto per le sue creazioni, intense e intuitive, in cui il potere della musica (spesso da lui stesso creata) si combina in una “sinfonia” di ritmi, respiro, energia e dinamiche del movimento. Il suo “Wolf “, coreografia potente, tra le più avvincenti della serata, segnata dalle percussioni, trascina il pubblico in un nuovo, affascinante universo. Perché “la danza è come un sogno”, ha dichiarato Shechter, “e quando ti svegli, non puoi spiegare come e perché sono nati determinati pensieri, poi tradotti in passi e movimento, né puoi spiegare perché sono sorti esattamente in quel modo”. In questo lavoro, la metafora del lupo e del branco racconta della razza umana che, in migliaia di anni di evoluzione, si è differenziata più culturalmente che biologicamente. Parte da questo assunto Shechter per una riflessione su quegli ominidi che, dall’Africa, nella preistoria, si sono diffusi in tutte le terre emerse per raccontare come, nell’uomo, l’aggressività degli istinti primordiali possa convivere con il bisogno delle relazioni sociali. I suoi danzatori diventano un branco, che fiuta e sente, ma sono anche uomini e donne che si respingono e si attraggono con l’empatia del corpo e della fisicità.
Dello svedese Johan Inger verrà eseguito il seducente, sensuale “Bliss”, ovvero beatitudine, in altre parole: puro piacere. Questo delizioso mix del leggendario Concerto di Colonia, di Keith Jarett, con lo spirito creativo del coreografo si traduce in un lavoro fresco, chiaro, euforico, che scalda il cuore: un’ode al piacere spontaneo della danza.
Ermanno Romanelli