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Per i costumi di “Les Étoiles” lo stile e il genio di Roberto Capucci

foto Cristiano Castaldi

Il celebre e geniale stilista Roberto Capucci ha creato due costumi per il gala LES ÉTOILES, curato da Daniele Cipriani, in scena il 24, 25 e 26 gennaio all’Auditorium Parco della Musica, a Roma.

Definito da Christian Dior “il miglior creatore della moda italiana”, Roberto Capucci non è solo un’icona dell’alta moda, ma siede di diritto nel Parnaso dei grandi artisti. Ospitate nei musei di tutto il mondo, le sue creazioni sono sculture plastiche, ma sono anche dei tourbillon di plissé, giochi di movimento usciti da fontane dalle quali non sgorgano acque, bensì preziosissime taffetà e sete in sfumature che persino l’arcobaleno fatica ad annoverare. “Se consideriamo che, nella sua più alta accezione, il balletto è un insieme armonioso di pose plastiche e di kinesi, le creazioni di Capucci sono dei veri e propri balletti”, dice Daniele Cipriani, che aggiunge: “È proprio questa loro peculiarità che mi ha spinto a chiedere al Maestro di creare alcuni costumi per Les Étoiles, il gala internazionale di danza. È la prima volta che Roberto Capucci crea per la danza, ed è un immenso onore poter presentare al mondo le sue creazioni durante le tre serate di Les Étoiles”.

Due i costumi firmati da Capucci per Les Étoiles. Il primo verrà indossato per un rovente zapateado dallo spagnolo Sergio Bernal, bailador carismatico del Balletto Nazionale Spagnolo, capace di incendiare di fuoco andaluso gli animi degli spettatori fin dall’istante in cui irrompe in scena. Il secondo sarà un costume degno di una divinità: viene indossato dal coreano Young Gyu Choi, del Balletto Nazionale Olandese, nel ruolo dell’Idolo d’Oro, squisito cammeo di gusto esotico e di gran virtuosismo. È un connubio fecondo,quello fra danza e moda, nato nei primi del Novecento grazie alla geniale intuizione dell’impresario dei Ballets Russes, Serghei Diaghilev, che usava commissionare costumi da couturier di grido come Paul Poiret, Mariano Fortuny e Coco Chanel.

Da allora, sono numerosi gli stilisti che hanno disegnato per l’arte della danza, e numerose le tendenze lanciate proprio dai palcoscenici di Tersicore. A loro si unisce ora Roberto Capucci, il quale racconta: “Qualche anno fa, mentre rimettevo in ordine il mio archivio di disegni per la Fondazione, mi imbattei in una vecchia bustona ingiallita, il cui contenuto mi fece fare un salto indietro nel tempo: correva l’anno 1948 e avevo 18 anni, ero un giovane studente dell’Accademia di Belle Arti. La busta conteneva bozzetti di costumi per una rivista musicale che doveva tenersi a Buenos Aires. Mi ricordo con quale passione e con quante attese mi ero messo a creare quei costumi. Ma, come spesso accade, il progetto non andò in porto. Gli eventi della mia vita professionale presero la piega che tutti sanno. Ma se le cose fossero andate in altro modo, oggi forse non sarei un creatore di moda, ma vivrei in Argentina. A parte l’esperienza con il Teatro di San Carlo di Napoli con “Capriccio”, di Richard Strauss (2002), e le molte collaborazioni con la mia cara amica, il soprano Raina Kabaivanska, non ho mai creato per la scena. Ma il costume teatrale è sempre rimasto nel mio cuore, e da qualche anno ho cominciato, nel mio tempo libero, a creare in questa direzione. Ho cominciato a esporre disegni di questo progetto a qualche mostra: in occasione della “Sovrana Eleganza” al Castello della Principessa Odescalchi, fino alle ultime due mostre,”Capucci Dionisiaco.

Disegni per il teatro” (Firenze, Palazzo Pitti), e “Spettacolo onirico. Disegni per il teatro” (Napoli, Palazzo Scarpetta). Il successo di critica e pubblico mi ha spinto a continuare su questa strada. È quindi con forte emozione ed energia che mi sono immerso in questo progetto. Un incontro meraviglioso, simpatico e di amicizia con Daniele Cipriani, direttore artistico di Les Étoiles, mi ha incoraggiato a vestire due danzatori del gala. Il tempo non è passato e ci sono altri progetti in vista ”.

Ermanno Romanelli

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