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Con i colori della Parsons Dance la danza comunica gioia di vivere

Parsons Dance foto @grenfeld

La Parsons Dance in Italia nel tour 2019, con una pioggia di date, la compagnia americana amata per i virtuosismi e la leggerezza della sua danza carica di energia positiva

Sono “appena” otto i danzatori della Parsons Dance (www.parsonsdance.org), ma in scena sembrano moltiplicarsi per dieci, cento e oltre, tanto sono atletici e vitali, almeno quanto lo era, da giovane, il fascinoso titolare della compagnia: David Parsons, eclettico coreografo che fondò il gruppo nel 1985, assieme al light designer Howell Binkley. Sono in Italia, nell’inteso tour 2019 curato dalla WORLD ENTERTAINMENT COMPANY, a testimonianza dell’attenzione e dell’amore che il pubblico nostrano mostra da sempre verso Parsons e la sua danza scacciapensieri, carica di colori e di una energia che diventa gioia di vivere e positività, e comunica ad ogni spettatore il desiderio di tuffarsi in palcoscenico insieme ai danzatori. Ogni suo pezzo è nel segno di una accurata gestione del palcoscenico, di un impegno fisico che diventa virtuosismo e leggerezza. Quello di Parsons, sull’impronta del suo maestro, Paul Taylor, è uno stile ben riconoscibile, pervaso da un eclettismo puramente cinetico, nel quale la liquida mobilità dei passi e delle concatenazioni s’impone a prima vista. L’aria del palcoscenico diventa un volume da tagliare, uno spazio denso e resistente nel quale immergersi, piegarsi e tuffarsi, le braccia aperte e allungate, con infiniti scarti nei percorsi. È una fisicità corposa, per colonne vertebrali elastiche, avvolte in torsioni ed ellissi, portate da donne forti e uomini muscolosi; entrambi, a pari merito, spingono il flusso e l’azione, e lasciano da parte l’enfasi polverosa dei “discorsi” cari a tanti autori europei. Sopratutto, quella di Parsons è una danza solare, che diverte in quanto espressione di gioia, capace di trasmettere emozioni semplici e dirette, quindi estremamente accessibile al grande pubblico.

Un effetto già sperimentato con la celeberrima “Caught” (brano del 1982 che David Parsons creò per se stesso), assolo su musiche di Robert Fripp nel quale il danzatore sembra sospeso in aria grazie a un gioco di luci stroboscopiche. Presenti nel programma altri tre classici del repertorio della Parsons Dance: “Round My World” (2012), “Hand Dance” (2003) e “Whirlaway” (2014). In anteprima europea è “Microburst”, brano che ha debuttato nel maggio 2018 al Joyce Theatre di New York: un’audace e brillante performance per quattro ballerini su musica classica indiana composta da Avirodh Sharma. La Parsons Dance presenterà in Italia, in anteprima mondiale, “Eight Women” (2019), brano su musica di Aretha Franklin commissionato a Trey McIntyre proprio per il tour 2019.

Da questi esempi, si denota l’ampiezza del repertorio musicale portato in scena: le musiche vanno da Rossini e Mozart al jazz di Phil Woods e Miles Davis, dal leggendario musicista brasiliano Milton Nascimento a Robert Fripp, chitarrista e fondatore dello storico gruppo rock inglese King Crimson. Non mancano le popolari note della Dave Matthews Band e le celeberrime hit degli Earth, Wind & Fire.

L’avvio del tour è stato a Cremona, Teatro Ponchielli; Ravenna, Teatro Alighieri; Trieste, Politeama Rossetti; Portogruaro, Teatro Russolo. Il 31 gennaio la Parsons Dance è al Teatro Comunale di Ferrara; il 1 febbraio a Bergamo, Creberg Teatro Auditorium; il 2 e 3/2 a Bologna, Teatro Europauditorium; il 5 e 6 a Foggia, Teatro Giordano; il 7 a Senigallia, Teatro La Fenice; il l8 a Carpi, Teatro Comunale; il 9 e 10 a Torino, Teatro Colosseo; l’11 ad Aosta, Teatro Splendor; il 14 e 15 a Perugia, Teatro Morlacchi; il 16 e 17 a Parma, Teatro Regio; il 19 a Genova, Politeama Genovese; il 22 a Como, Teatro Sociale; il 23 a Varese, Teatro Apollonio; il 26 a Bolzano, Teatro Comunale; il 27 a Rovigo, Teatro Sociale. Il fianle di partita si gioca dal 1 al 3 marzo a Milano, Teatro Nazionale Chebanca!, e il 5 marzo a Bari, Teatro Team.

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