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Il ritorno di Billy Forsythe, con una danza di pura gioia

Mercoledì 13 febbraio, al Teatro Municipale Valli, a Reggio Emilia, in uno spettacolo appassionante, “A quiet evening of dance”,  torna William Forsythe, il coreografo che ha proiettato la danza verso territori sconosciuti

REGGIO EMILIA – William “Billy” Forsythe, il coreografo che più di ogni altro, negli ultimi decenni del ‘900, ha proiettato la danza verso territori sconosciuti e ne ha frantumato i confini, torna mercoledì 13 febbraio, ore 20.30, al Teatro Municipale Valli, Reggio Emilia, con “A quiet evening of dance”, spettacolo eterogeneo e appassionante, fresco di debutto al Teatro Grande di Brescia nella prima puntata della tournée italiana.

È il suo ultimo lavoro, una produzione del Sadler’s Wells che riunisce opere nuove e brani del repertorio. In scena, con sei ex ballerini della sua Forsythe Company, è un singolarissimo danzatore di hip hop, Rauf “RubberLegz” Yasit, che giustifica in pieno il proprio soprannome di “gambe di gomma”.

Tutti loro sono impegnati in una silloge che invita il pubblico a guardare dentro gli ingranaggi della danza e nella mente dell’uomo che ha dedicato il proprio lavoro a questa missione. L’allestimento va oltre ogni tentativo di categorizzazione, con i danzatori messi alla prova di una “virtuosità introversa”, se così possiamo definire questo modo, sdrammatizzato ma affascinante, di svelare i segreti del creare danza di Forsythe. Uomo di profonda e non convenzionale intelligenza, dalla curiosità insaziabile, nel suo modo di costruire/decostruire la danza, il coreografo americano fa pensare ad un bimbo che esamina, smonta e rimonta un mosaico, un lego e qualunque altro tipo di macchinario o strumenti. E più sono complicati, meglio è.

Perché è esattamente questo ciò che ha fatto Forsythe per il balletto negli ultimi decenni. Il risultato? Ha fornito, a chi le vuole leggere e utilizzare, le chiavi di volta, gli strumenti per capire meglio, dall’interno, quella forma d’arte che chiamiamo danza, e ognuna delle sue componenti, a cominciare dallo consapevolezza dello spazio e dalla cognizione del  tempo, con la musica e le luci.

Per questa nuova, inusuale proposta, il coreografo ha immaginato qualcosa di simile a un concerto di musica da camera, ideato per essere ascoltato. Le creazioni spaziano dalla concentrazione analitica minimale al contrappunto di ispirazione barocca, con momenti di grande intensità espressiva ed espressioni di pura gioia.

“DUO 2015” era parte dello spettacolo di addio alle scene di Sylvie Guillem; “Catalogue (second edition)”, è un aggiornamento dell’omonima coreografia del 2016, oltre alle nuove creazioni “Prologue Epilogue” e “Seventeen/Twenty One”. Lo spettacolo ha vinto il premio Fedora-Van Cleef & Arpels Prize for Ballet 2018.

E.R.

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