In scena al Teatro Massimo di Palermo Pink Floyd-Atom Heart Mother e Carmen

Zakharova-Lobukhin_ Carmen foto di Pierluigi Abbondanza

Dall’8 al 14 maggio va in scena al Teatro Massimo di Palermo un doppio appuntamento con la danza: Pink Floyd – Atom Heart Mother, creazione di Micha van Hoecke per il Corpo di ballo del Teatro, e Carmen Suite, storica coreografia di Alberto Alonso ripresa dalla moglie e musa, Sonia Calero, con le musiche di Bizet e di Massenet riscritte da Rodion Ščedrin, nel 1967, per la moglie, la leggendaria Maya Plissetskaja.

Pink Floyd, con la regia e coreografia di Micha van Hoecke, assistente alla regia e coreografia Miki Matsuse, è il racconto di ricordi legati alla vita del coreografo belga: l’arrivo a Parigi, la scoperta della libertà, anche grazie alla musica dei Pink Floyd, ma anche il rapporto con la bellissima madre, con il padre, affascinante seduttore, con la sorella gemella Marina, alla quale è dedicata questa coreografia creata per il Corpo di ballo del Teatro Massimo, e che ha avuto la prima rappresentazione la scorsa estate al Teatro di Verdura. Ospite d’onore nel ruolo del padre è Denis Ganio, gli altri ruoli sono interpretati da Elisa Arnone (la madre), Yuriko Nishihara e Linda Messina (la figlia), Michele Morelli ed Emilio Barone (il figlio), Giuseppe Bonanno (il clown), Andrea Mocciardini e Alessandro Casà (L’ombra), Carmen Marcuccio, Francesca Davoli, Andrea Mocciardini e Alessandro Casà (coppia di star), Gianluca Mascia e Alessandro Cascioli (l’uomo). L’impianto scenico di Renzo Milan, per l’allestimento del Teatro Massimo, sfrutta il video realizzato da Studio Rain, luci di Sergej Ševčenko.

Nella seconda parte Carmen Suite vede come artisti ospiti Svetlana Zakharova, étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca e del Teatro alla Scala di Milano, e Tatiana Tkačenko (Carmen), Denis Rodkin, primo ballerino del Teatro Bol’šoj di Mosca, e Ivan Oskorbin (Don José) e Mikhail Lobukhin (Escamillo), primo ballerino del Teatro Bol’šoj di Mosca. Con loro sono Francesca Davoli e Romina Leone (Destino), e Michele Morelli e Diego Mulone (Zuniga), e il Corpo di ballo del Teatro Massimo. La coreografia di Alberto Alonso, e il racconto della tragica storia di Carmen, donna libera che sconta con la vita la sua rivendicazione di libertà, il suo passare dall’amore di Don José a quello di Escamillo, è stata ripresa dalla vedova e musa di Alberto Alonso, Sonia Calero, e da Maria Cristina Alvarez, con le musiche di Rodion Ščedrin che rielaborano i temi dell’opera di Georges Bizet. Le scene e i costumi di Boris Messerer sono quelli storici della prima esecuzione di questo allestimento, realizzato dal Teatro San Carlo. Le luci sono di Sergej Ševčenko, assistente alle coreografie e maître de ballet è Andrei Fedotov.
Ermanno Romanelli