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ModenaDanza chiude la stagione con Mario Martone e Maurice Béjart

Bejart Ballet Lausanne foto©Didier_Philispart

Con due ultimi appuntamenti si chiude il programma di danza del Teatro Comunale di Modena (www.teatrocomunalemodena.it). Giovedì 9 maggio alle 20:30 era in scena Tango glaciale Reloaded (1982-2018), una produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto. Tango Glaciale ‘reloaded’ è la riedizione di un brano storico di teatro danza su progetto, scene e regia di Mario Martone.
Lo spettacolo nasce grazie al progetto RIC.CI (Reconstruction Italian Contemporary Choreography Anni Ottanta/Novanta), ideato da Marinella Guatterini, per recuperare e riportare in scena gli spettacoli degli anni Ottanta e Novanta che hanno segnato la danza contemporanea italiana. Non è un’operazione nostalgica, o un banale riallestimento, ma un omaggio a un titolo manifesto di quell’epoca. Tutto è diverso: dagli interpreti ai riferimenti culturali, rivisitati dallo stesso Martone alla luce delle istanze contemporanee. L’opera simula un percorso narrativo incentrato sull’attraversamento di una casa da parte di tre personaggi. Dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino, dalla piscina al bagno: un’avventura domestica che si trasforma continuamente proiettandosi nel tempo e nello spazio. La meccanica visiva dello spettacolo è composta da un sistema di architetture di luce realizzato grazie al montaggio di filmati e diapositive, e permette allo spettacolo di svolgersi in dodici ambienti per dodici diverse scenografie, durante un’ora, alla media di un cambio di scena ogni cinque minuti. Il lavoro degli attori/danzatori si svolge in questa griglia spaziale, velocissima, una cascata di immagini e musiche, non solo pop e jazz, con inserti di danze e azioni/citazioni.

Giovedì 23 maggio, sempre alle 20:30, è la volta del Béjart Ballet Lausanne, con due titoli: Syncope, coreografia di Gil Roman, e Brel et Barbara, dello stesso Béjart. Dall’anno della sua fondazione, nel 1987, la compagnia è ancora un punto di riferimento nella scena di danza internazionale. Designato successore dal coreografo marsigliese, Roman dirige il BBL e preserva l’eccellenza artistica dalla scomparsa del fondatore, nel 2007. Coreografo dalla ventennale carriera, Roman fa rivivere l’opera del maestro e nutre il repertorio della compagnia con numerose creazioni. Interessato a un teatro totale e multidisciplinare, la popolarità internazionale di Maurice Béjart è legata anche alla capacità di trattare con profonda adesione culturale e umana, e dunque con sincerità, temi e figure che fanno parte del nostro tempo. È con un’intervista storica dei due cantanti, Jacques Brel e Barbara, che inizia lo spettacolo dedicato da Béjart, nel 2001, a questi due mostri sacri della canzone francese. Un omaggio e una riflessione su due autori e poeti, ma anche un lavoro sull’incontro di due personaggi ai quali il coreografo fu vicino. Barbara, in particolare, era stata per Béjart una sorella, l’amica di una vita. Syncope è una coreografia del 2010, una riflessione fisica e metafisica su un termine dal duplice significato: “In musica, – racconta Gil Roman – la sincope è un ritmo fuori tempo. In medicina, si intende l’arresto o il rallentamento delle pulsazioni cardiache. Cinque, dieci secondi di perdita di coscienza nei quali il cervello può solo immaginare, inventare o rivivere, senza limiti. Sono ricordi o immaginazione? Memoria o creazione? Dove eravamo quando non eravamo ancora qui?”.
Ermanno Romanelli

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