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Meraviglie al Santarcangelo Festival tra fantascienza, miti, e folklore

Santarcangelo Festival foto Andrea Macchia

Da venerdì 5 a domenica 14 luglio 2019, la rassegna porta nello spazio pubblico e in luoghi insoliti del territorio alcune fra le proposte più innovative della scena artistica internazionale.

Il 49° Santarcangelo Festival (www.santarcangelofestival.com), nella terza tappa della direzione artistica di Eva Neklyaeva e Lisa Gilardino, è una programmazione articolata che, attraverso la sperimentazione di formati intimi e inediti, sollecita la comunità del Festival ad entrare in contatto e ad assumere uno sguardo lento e delicato sul presente, ad accogliere nuove, profonde prospettive sul contemporaneo. L’articolato programma di questa edizione rilancia la vocazione del Festival come piattaforma in cui produrre e presentare progetti artistici innovativi, che mixano linguaggi e formati, estetiche e pratiche in un’ottica radicalmente post-disciplinare. La proposta di spettacolo del Festival, molteplice e abbondante, spazia dunque tra i diversi orizzonti della performance, interroga la nozione di contemporaneo, esplora ambiti inaspettati, abitati da creature meravigliose, come la fantascienza, la mitologia, lo sport e il folklore. Per quanto attiene il solo cartellone di danza, pure con un invito a scoprire l’intera proposta, è il caso della straordinaria performance di apertura Dragon, rest your head on the seabed ( Piscina Multieventi, Serravalle di San Marino, 5/07 ore 22.00, 6/07 ore 21.30) dei madrileni Pablo Esbert Lilienfeld & Federico Vladimir Strate Pezdirc, per la prima volta in Italia, che combina la pratica coreografica contemporanea con l’abilità e la tecnica di sei nuotatrici sincronizzate in un immaginario fantascientifico. Lo spettacolo è incluso nel fitto calendario di appuntamenti della Notte Rosa, il capodanno della riviera che porta nel primo weekend di luglio numerosi spettacoli e eventi su 60 km di costa adriatica. La superficie dell’acqua diventa lo schermo su cui scorre la storia: una creatura magnifica viene scomposta e ricomposta, producendo straordinari effetti visivi, in uno spettacolo che gioca con la meraviglia. Altreapparizioni del dragone e dei workshop dedicati al nuoto sincronizzato sono previsti alla Piscina Acquadiccia di Santarcangelo (6-8).

Dopo un sirenetto nel 2017, un unicorno nel 2018, un drago marino chiude un triennio dedicato anche alla fantasia e al gioco: l’incontro con queste creature permette di aprire mondi altri, con l’umorismo e la grazia che contraddistinguono il lavoro di Silvia Gribaudi. Nella sua performance Graces (Lavatoio, dal 5 all’8/07) le convenzioni estetiche e di genere vengono rovesciate, giocando con la spettacolarizzazione del corpo. Le creature meravigliose di Silvia Gribaudi sono esilaranti, irriverenti: sul palco tre Grazie maschili e la Gribaudi stessa strizzano l’occhio alla tradizione, tra virtuosismo e ironia, in uno spettacolo gioioso e sorprendente.

In questo universo contemporaneo anche lo sport diviene habitat di creature straordinarie , dal nuoto sincronizzato allo sci di fondo. In First Love (Lavatoio, dal 10 al 14) il giovane coreografo e performer Marco D’Agostin, Premio UBU 2018 come Miglior Performer Under 35, esplora la relazione con il suo mito, la campionessa olimpica Stefania Belmondo. Una rilettura epica della celebre gara alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002, che lancia un grido di vendetta e disperata esultanza: in un’atmosfera di nostalgia e sfida, D’Agostin racconta la sua storia e quella della Belmondo, legate da un agonismo implacabile.

Da 49 anni in occasione del Festival tutto il paese si trasforma in un palcoscenico diffuso. L’edizione 2019 compie un passo in avanti nella relazione tra arte e spazio pubblico, prestando un ascolto più profondo alla natura dei luoghi attraversati dalle performance in programma. In particolare lo Sferisterio, grande anfiteatro naturale e palco urbano, che integra l’architettura del paese nell’esperienza del pubblico, quest’anno accoglie il lavoro di artisti che hanno re-immaginato i propri progetti proprio per questo spazio. La prima è Cristina Kristal Rizzo con il suo ULTRAS sleeping dances (Sferisterio, 6 e 7), performance che incarna la contemporaneità e ne materializza l’ambiguità, essendo allo stesso tempo leggendaria e intenzionalmente ridicola, suscitando ilarità e tristezza, ponendo il pubblico in uno stato di confusione emotiva, di incertezza ma anche di speranza. In scena parrucche e strani oggetti, alieni, forse vampiri, portano al pubblico un’autoironia che improvvisamente si rovescia in una danza libera e toccante.

Duplice l’intervento di mk, compagnia romana guidata dal coreografo e performer Michele di Stefano, che dal ‘99 ha sviluppato un approccio fluido e aperto alla pratica artistica, tra ricerca coreografica, sperimentazione sonora e curatoriale. Bermudas (Sferisterio, il 13) e la sua seconda versione espansa,

continuativa, collettiva, Bermudas Forever (Sferisterio, 14/07) generano uno scambio di relazioni e dinamiche corporee, creando in tempo reale un sistema di corpi: i danzatori entrano, escono, cambiano, girano, risucchiati nel turbinio gioioso dei tropici. Nella seconda versione il pubblico è invitato a prendere parte al loop ipnotico e a restare nella turbolenza, imparando sul momento lo schema coreografico.

In paese durante il Festival altri spazi performativi nascono, si trasformano, scompaiono, perché a determinare l’ambiente è l’azione coreografica stessa.

Anche Trigger (luoghi vari, dall’11 al 13) di Annamaria Ajmone, giovane e talentuosa coreografa e danzatrice, esplora lo spazio e lo determina grazie al contributo del pubblico: all’interno di un perimetro geometrico, la partitura fisica, fissata ma istantanea, porta la performer in relazione con gli spettatori che la circondano, in un ascolto intimo e profondo.

Così anche Andamento unico (luoghi vari, 11-13) di Elena Giannotti, assolo ispirato dal dipinto La Visione di Sant’Agostino, di Vittore Carpaccio, e interpretato da una danzatrice adolescente che esplora la relazione con la matassa coreografica, generando una scultura corporea potente. Elena

Giannotti, coreografa e danzatrice, è anche esperta di medicina tradizionale cinese e in alcune mattine del Festival guiderà delle pratiche di Qi Gong (Parco del Clementino, 11 e 12/07). Oltre alle produzioni, il Festival ospita alcuni percorsi di ricerca che, prendendo lo slancio da alcuni speciali desideri degli artisti, trasmettono impulsi, conoscenze e stimolano all’azione a tutti quelli

che sono disponibili all’incontro. È il caso di Save the last dance for me ( ITC Molari, dal 5 al 13), ideato da Alessandro Sciarroni, progetto aperto a tutti coloro che vogliano impegnarsi nella missione di salvare dall’estinzione l’antica Polka Chinata. Danza dalle origini misteriose, tipica di Bologna, con due

ballerini che roteano sulle ginocchia piegate, questa tradizione è portata avanti da solo 5 persone nel mondo. Il gruppo che prenderà parte all’allenamento, negli ultimi giorni di Festival irromperà nel programma con 3 momenti danzanti ( luoghi vari, 11-13).

Ermanno Romanelli

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