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La stella di Alvin Ailey illumina l’Holland Dance Festival

Con “Revelations” l’Alvin Ailey American Dance Theater infiamma il pubblico del Teatro Luxor di Rotterdam, in Olanda.

Il 19 settembre a Rotterdam era presente anche Beatrice d’Olanda per omaggiare la celebre compagnia americana che mancava dai Paesi Bassi da ben venticinque anni. Il pubblico delle grandi occasioni non ha mancato di esprimere il suo apprezzamento per l’intero programma anche se una emozione autentica l’ha regalata la loro coreografia maggiormente rappresentata nel mondo, “Revelations”, creata nel 1960, un capolavoro della modern-dance americana che contiene anche il manifesto artistico di Alvin Ailey.

Ailey è stato il primo ad avviare una compagnia di danza che proponesse un repertorio multirazziale capace di celebrare l’esperienza culturale Afro-Americana nel solco della tradizione della modern-dance. Attualmente la compagnia ha in repertorio ben 200 lavori di 70 coreografi differenti ma come dice il direttore artistico Robert Battle per spiegare la longevità e il successo della compagnia basta vedere “Revelations” e quindi riconoscere l’importanza dell’eredità lasciata da Alvin Ayley.

Per il direttore Battle il momento migliore nel suo lavoro con la compagnia è quando il sipario si apre e comincia lo spettacolo, il peggiore è quando tutto è finito e il sipario si chiude. Robert Battle firma due coreografie in programma, “Juba” e “In/Side” un esplosivo solo interpretato da Yannick Lebrun, danzatore di punta della compagnia che ha tenuto presso il Codarts una lezione di tecnica moderna. E’ partito dall’esperienza di Lester Horton, il modern-dance americano per arrivare ad insegnare agli studenti di Rotterdam e Amsterdam alcuni passi topici di Ailey.

Ma l’apertura della serata è stata affidata a “Ounce of Faith” una coreografia di Darrell Grand Moultrie andato in scena per la prima volta al Lincoln Center di New York nel giugno scorso. Il tema affrontato è l’impatto durevole che ha l’insegnamento di un professore sull’allievo. Un’esperienza che segna il percorso che ognuno di noi deve fare per trovare se stesso. La coreografia era un mix efficace di jazz standard, musiche originali e recitazione.
L’Holland Dance Festival torna il 22 gennaio 2020 con lo spettacolo di inaugurazione, un assaggio del meglio della biennale europea della danza, sotto i riflettori la Gauthier Dance Company, Jeon Misook Dance Company, Batsheva Dance Company ed altri ancora. Per il programma: www.hollanddancefestival.com

Duccio Pacini

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