ROMA -Giovedì 14 marzo, alle ore 19, viene inaugurata a Roma la mostra “Frammenti – Omaggio a Pina Bausch”, un collage di fotografie realizzate da Ninni Romeo. L’esposizione, visitabile fine all’11 maggio, voluta dalla Daniele Cipriani Arte, è sostenuta da Tina Vannini, ed ospitata presso il ristorante vegetariano Il Margutta Veggy Food & Art, in via Margutta 118
. È curata dalla giornalista e photo editor Frédérique Deschamps, con testo di presentazione firmato dalla giornalista e scrittrice Leonetta Bentivoglio. Saranno esposte 44 fotografie in bianco e nero e colore, in diversi formati di stampa, tra i quali due ritratti di Pina Bausch, e immagini di diversi spettacoli realizzati dalla stessa.
Coreografa, ballerina e didatta appassionata, personalità tra le più innovative e rilevanti di tutta la cultura, non solo teatrale e di danza, del ‘900, Philippine Bausch nasce a Solingen, il 27 luglio 1940. Inizia la carriera da adolescente, esibendosi in piccoli ruoli di attrice nel teatro della sua città, sino a diventare tra le più importanti e note artiste mondiali. La Bausch ha diretto dal 1973 il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. Muore il 30 giugno 2009, ma la sua arte leggendaria permane, e pervade ogni singolo scatto che la riguarda in questo viaggio temporale che, lungo trentacinque anni, si volge alla riscoperta del suo cammino, personale e professionale, ed è realizzato a dieci anni dalla morte.
Le immagini? Sono tante, dal “Sacre du Printemps” (1975) a “Cafè Müller” (1978), da “Palermo Palermo” (1989) a Vollmond (2006). Senza tralasciare “Bamboo Blues” (2007), ispirato all’India, e la sua ultima creazione, “…como el musguito en la piedra, ay sì, sì, sì…” (2009), ispirata al Cile. Protagonista della mostra non è solo lei, ma l’intera sua arte, fatta di espressione e drammaticità, provocazione ed eleganza. E “disordine”. È il “suo” caos, che trae spunto dalla tradizione, rispettandola e onorandola, per scardinarne l’intima prevedibilità, puntando non solo alla bellezza dei movimenti, quanto alla loro forza ed essenza.
“Ninni non punta mai all’effetto”, dichiara Leonetta Bentivoglio, “evita la visione levigata o patinata. Piuttosto insegue il battito d’ala, il respiro irregolare della vita. I suoi “racconti” a volte sono sghembi, obliqui e trasversali, come quelli delle nostre giornate. Spesso sono drammatici, ma sempre molto umani. Non ci sono mai “pose” nel suo lavoro. C’è un’aria lisa e autentica, nelle fotografie di Ninni Romeo, che si addice bene alla peculiare bellezza “bauschiana”. Non hanno mai compiacimenti estetici. Sanno dirci la rarefazione della memoria e la delicata poesia dell’attimo. Non sono “foto di spettacoli”, ma momenti d’essere”.
Ninni Romeo racconta della familiarità che, sin da bambina, Pina Bausch aveva con i ristoranti, dato che i genitori ne gestivano uno nella sua città natale. E, a proposito della Bausch, dice: “Credo che le piacerebbe sapere che frammenti del suo lavoro sono esposti nello spazio dello storico ristorante vegetariano di via Margutta, e penso che amerebbe anche sapere che le immagini dei suoi spettacoli rivivono nella stessa strada in cui, pochi metri più in alto, abitava il suo amico e appassionato estimatore Federico Fellini, frequentatore assiduo del Margutta. Ora, è come se piccole parti di storie e personaggi del Tanztheater Wuppertal fossero affettuosamente sorvegliate dallo sguardo del regista di ‘E la nave va’, film in cui Fellini fece debuttare come attrice cinematografica la sua adorata Pina”.
Con Pina Bausch Ninni Romeo ha avuto una lunga relazione artistica, professionale e di amicizia, iniziata con la creazione italiana dello spettacolo “Palermo Palermo”, nel 1989, e proseguita per il montaggio di un altro pezzo di teatrodanza, “O Dido” (1999). La collaborazione e l’amicizia sono continuate fino alla morte dell’Artista. Il suo lavoro fotografico sull’opera di Pina Bausch ha dato luogo a diverse mostre, in Italia e all’estero. E’ stato anche ripreso in molte pubblicazioni consacrate alla coreografa. Nel 2017, da EuropaInDanza ha ricevuto il premio speciale alla fotografia, per la mostra “töi, töi, töi”, in omaggio a Pina Bausch. Siciliana, impegnata nella promozione e diffusione della fotografia d’autore come strumento di ricerca identitaria, anche al servizio dei territori, vive e lavora a Roma.
E.R.