Carla Fracci foto C. M. Falsini-Teatro dell’Opera di Roma
È un grande e dovuto florilegio di ossequi, saluti, ricordi, testimonianze diverse ad accompagnare Carla Fracci nel suo ultimo viaggio.
La “prima ballerina assoluta” della danza italiana, scomparsa giovedì 27 maggio, nella sua casa di Milano, avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 20 agosto. La camera ardente alla quale renderà omaggio, sicuramente, una grandissima folla, è aperta venerdì 28 maggio, dalle ore 12 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17.30), presso il foyer del Teatro alla Scala.
Lo stesso teatro usa parole toccanti per la sua memoria: “Il Teatro, la città, la danza perdono una figura storica, leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo nella nostra identità e ha dato un contributo fondamentale al prestigio della cultura italiana nel mondo”. “Con Maria Taglioni Carla Fracci è stata la personalità più importante della storia della danza alla Scala” ha dichiarato il Sovrintendente Meyer. “Cresciuta all’Accademia, ha legato intimamente il suo nome alla storia di questo Teatro. Nei mesi scorsi ho avuto il piacere di accoglierla diverse volte alla Scala dove veniva spesso e a gennaio siamo stati felicissimi di riaverla a trasmettere la sua esperienza alle giovani interpreti dell’ultima Giselle, che è stata per tutti un momento indimenticabile. La penseremo sempre con affetto e gratitudine, ricordando il sorriso degli ultimi giorni passati insieme, in cui si sentiva tornata a casa”. Il Direttore del Corpo di Ballo Manuel Legris ha dichiarato: “Ci lascia stupiti, in punta di piedi come Giselle, spirito che resta con noi, riempie le sale ballo, il palcoscenico e i nostri cuori, come la sua energia mai sopita, che ci ha catturato e affascinato quando è tornata a riabbracciare il Teatro e i suoi artisti. Un grande vuoto che, allo stesso tempo, ci fa sentire ricolmi e ricchi di tutta la sua storia, che è la storia del balletto, privilegiati per aver condiviso la sua arte che è vita, leggendario modello e fonte di ispirazione di tutte le generazioni di ballerine”.
Da Palermo, per la Fondazione Teatro Massimo, il sovrintendente Francesco Giambrone usa parole sincere: “La scomparsa di Carla Fracci è un grande dolore, sono tantissimi i ricordi meravigliosi legati alla sua presenza in questo teatro a cui era particolarmente legata. Abbiamo un grande debito di riconoscenza nei suoi confronti. Ma credo che tutto il mondo della danza lo abbia: una donna e una professionista che ha speso tutta la sua vita in difesa della danza che ha avuto in lei una protagonista di battaglie importanti in difesa dei Corpi di ballo dei Teatri”. Amatissima dal pubblico palermitano, Carla Fracci è stata una presenza fissa nei cartelloni del Massimo, interpretando da protagonista i più importanti balletti, da Coppelia a Romeo e Giulietta, da Giselle a Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, e tantissimi altri. Le sue ultime apparizioni risalgono al 2007, nei panni di Franca Florio per Franca Florio, regina di Palermo, e nel 2008 con I have a dream, uno spettacolo ideato e diretto da Beppe Menegatti sui percorsi spirituali di uomini e donne del nostro tempo.
Il sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes, dice: “Addio a Carla Fracci, Signora della danza, mito del Balletto, artista unica e protagonista ineguagliabile dei più prestigiosi palcoscenici di tutto il mondo. Impossibile dimenticare la sua grazia, che ha attraversato il nostro palcoscenico tante volte, a partire dal suo debutto nel 1964 in Giselle accanto a Henning Kronstam. Resterà motivo di orgoglio e di grande onore per il Teatro dell’Opera di Roma averla avuta alla guida del suo Corpo di Ballo dal novembre 2000 al luglio 2010». Per la Fondazione capitolina rimarranno leggendarie tutte le esibizioni di Carla Fracci, a partire da quella in coppia con Rudolph Nureyev nel 1966 ne La Sylphide, passando per quella del 1972 in Giselle con Vladimir Vassiliev, fino all’ultima apparizione del 2010 nel ruolo di Lady Capuleti in Romeo e Giulietta alle Terme di Caracalla. «Dall’età di dieci anni mi ha insegnato tanto – racconta l’étoile Eleonora Abbagnato – la sua passione andava oltre. Il ricordo più bello al suo fianco è in palcoscenico, dove mi diceva di essere sempre me stessa. Solo così avrei potuto esprimere l’amore per la danza. È stata un esempio per tutti noi ballerini. Ha brillato in tutto il mondo come icona italiana. Continuerò a dirigere il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma pensando a lei».
L’addio a Carla Fracci arriva anche da Ferrara: “Ho avuto la grande fortuna di conoscere Carla Fracci e di averla vista ballare sul palcoscenico della Scala”, ricorda Moni Ovadia, direttore della Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. “Era non solo una ballerina mitica, per le sue capacità coreutiche, ma anche per la sua inarrivabile espressività. Di Carla Fracci – aggiunge Ovadia – ho conosciuto anche un altro aspetto: la sua semplicità e la sua profondità umana. Era una persona che oltre all’arte coltivava una forte passione civile”. “Carla Fracci – aggiunge Marcello Corvino, direttore artistico dell’Abbado di Ferrara – ha avuto il merito di essere riuscita a portare la danza nelle case degli italiani e di aver reso popolarissimo un genere piuttosto sofisticato, che certamente ha bisogno dei nostri meravigliosi teatri per essere rappresentato, ma che lei ha reso fruibile ad un pubblico ampio e popolare, senza svilirne mai il contenuto. Ha raggiunto gli italiani con la bellezza, la maestria, l’eleganza e la tecnica che metteva in tutto quello che faceva. Sarà sempre un’icona, e la sua serietà e la passione saranno punti di riferimento, un esempio per tutti quelli che intraprendono un percorso professionale nel mondo della danza e dello spettacolo”.
Per la Fondazione Arena di Verona, dove Carla Fracci è stata protagonista di ben trentatré produzioni diverse nei luoghi della musica della città scaligera, Anfiteatro, Teatro romano e Teatro Filarmonico, parla il Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia: “Oggi è un giorno triste, perdiamo una Divina, una vera artista, una stella come poche nella nostra Storia”, “Vogliamo omaggiare Carla Fracci ricordando una delle più fedeli e belle collaborazioni con questo grande Teatro, sempre all’insegna della perfezione”. Carla Fracci ha intessuto con l’Arena di Verona un rapporto costante e privilegiato lungo cinquant’anni, in una carriera d’eccellenza in spettacoli memorabili, condividendo il palcoscenico con artisti di massimo livello quali Luciana Novaro, Mario Pistoni, Micha van Hoecke, James Urbain, Rudolf Nureyev, Oriella Dorella, Ekaterina Maksimova, Lawrence Rhodes, Vladimir Vassiliev, Luciana Savignano, Gheorghe Iancu, Giuseppe Picone, Roberto Bolle. Dal 1954 al 2002 ha portato, spesso per la prima volta in assoluto, tutti i più grandi titoli della danza classica nel grande anfiteatro veronese, con le compagnie di balletto più importanti al mondo, e quindi con il Corpo di Ballo areniano, di cui è stata Direttrice dal 1996 al 1997. Spesso diretta da Beppe Menegatti, regista e compagno di vita, si è esibita sulle coreografie di Béjart, Fokine, Ivanov, Balanchine, Massine, MacMillan, Cranko, Martinez, Gai, Dell’Ara, Bouy, e molti altri.
Dichiarazioni raccolte da Ermanno Romanelli