In “Alice in Wonderland” da Kiev il coraggio degli artisti ucraini

FERRARA – Anche il mondo della danza, nel suo piccolo, si “arrabbia” moltissimo (grazioso eufemismo) quando vengono commessi atti e crudeltà tanto infami quanto quelli ai quali assistiamo, impotenti, in questi giorni.

Nel nostro piccolo, possiamo solo stringerci vicini e solidali al Circus-Theatre Elysium di Kiev, Ucraina, da settimane in tournée in Italia con “Alice in Wonderland”. Lo spettacolo è tratto da ‘Alice nel paese delle meraviglie’, di Lewis Carroll (1865), romanzo fortunatissimo nei secoli, che ha ispirato nel tempo film e spettacoli d’ogni forma e colore. Il testo originale è stato rielaborato nell’impianto dalla compagnia ucraina, composta da una troupe di 30 ballerini-acrobati che interpretano, in chiave circense, i fantastici personaggi del romanzo. Alice, il Cappellaio Matto, il Coniglio, il Gatto del Cheshire e la Regina Nera appaiono in scena sullo sfondo di sofisticate scene 3D, immersi in un’atmosfera onirica che esalta il racconto originario, riproponendo la favola di Carroll in un linguaggio inedito.

L’avveniristico show è gestito da artisti completi, che, ad una salda poetica, uniscono fantasia e una preparazione invidiabile, con un linguaggio scenico in cui si intrecciano diverse discipline: ginnastica acrobatica, recitazione, arti circensi e danza. Il loro circo non necessita di animali per stupire, ma solo della presenza e della professionalità di un numero notevole di eccellenti atleti, acrobati, clown e ballerini.

Se il potenziale artistico e umano è racchiuso e impreziosito in un impianto scenotecnico d’avanguardia, sofisticato e ricco, le evoluzioni su tessuti aerei, i numeri al trapezio, le acrobazie nel cerchio, che sfiorano la legge di gravità, sono sempre eseguiti in modo impeccabile, incastonati in scenari tridimensionali, proiettati su grandi schermi a led, o tra sognanti effetti di luce. Sfarzosi sono anche i costumi; gli interpreti li cambiano spesso nella sequenza di scene attraverso le quali ripercorrono la storia di Alice, accompagnati da una coinvolgente colonna sonora. Il pubblico, assieme alla bella protagonista, attraversa lo specchio, ed entra con loro in un universo intessuto di sogni e fantasia.

La storia di Alice si arricchisce dell’aspetto romantico: la ragazza si innamorerà del Principe Azzurro, ed entrambi gli eroi dovranno superare ostacoli inimmaginabili, in un mix di avventura e sogno.

Il Circus-Theatre Elysium, fondato nel 2012 a Kiev, è un circo collettivo e moderno, che impegna un cast di professionisti di respiro internazionale. “Alice in Wonderland”, applaudito al debutto non solo in Ucraina, ma anche in Russia, Bielorussia, Francia e Cina, è un progetto artistico nato dall’ispirazione del regista Oleg Apelfed, e portato avanti anche grazie all’esperienza ventennale di Maria Remneva, pluripremiata direttrice del Circo Nazionale dell’Ucraina.

A questi generosi artisti forza e coraggio non mancano di certo, malgrado le ferite, la paura e le difficoltà che li attanagliano; lo tsunami che li scuote, e con loro l’intero popolo ucraino, è il momento più buio della recente storia europea, comparabile solo agli anni trascorsi sotto l’incudine nazista. Il confronto è pertinente e totale, la tv ce lo mostra quotidianamente, con una chiarezza indiscutibile, la storia ce lo insegnerà.

“In questi giorni bui – dichiara il direttore del Circus-Theatre Elysium Oleksandr Sakharov – il nostro pensiero è costantemente rivolto al nostro Paese, l’Ucraina, e alla nostra città, Kiev. Siamo profondamente preoccupati per le nostre famiglie e per tutti i nostri connazionali, ma andiamo in scena con ancora maggiore trasporto e amore per il nostro mestiere, perché il teatro, la musica, la danza, il circo e tutte le arti sono potentissimi strumenti di pace e di fratellanza”.

“L’Ucraina – aggiunge Sakharov – è una terra che vanta una lunga e prestigiosa tradizione nel campo della danza e siamo orgogliosi di poter mostrare all’Italia e al mondo, nel corso delle nostre tournée, il frutto di un lungo e faticoso lavoro fatto di passione, sacrifici e creatività. In questo momento così difficile, andiamo in scena affinché a tutti gli spettatori arrivi un messaggio non solo di bellezza e di gioia, ma anche di speranza”.

Dopo il sold out al Teatro Brancaccio, a Roma, lo spettacolo è stato proposto a febbraio al Teatro Rossetti di Trieste; al Teatro Rossini di Civitanova Marche; al Teatro Lyrick di Assisi; al Teatro Comunale di Belluno;  al Teatro Coccia di Novara. A Marzo lo spettacolo sarà il 3 al Teatro Grandinetti di Lamezia Terme; il 4 al Teatro Politeama Greco di Lecce; il 5 e il 6 al Teatro Team di Bari; l’8 al Teatro Comunale di Ferrara; il 9 al Teatro Duse di Bologna; il 10 al Teatro Comunale di Thiene; l’11 al Teatro Metropolitano Astra di San Donà di Piave; il 12 al Teatro Sociale di Como; il 13 al Gran Teatro Morato di Brescia.
Ermanno Romanelli